“L’improvvisazione e le forzature alla fine si pagano. È così la prepotenza con la quale l’Ad ha voluto togliere ai cittadini l’informazione serale per il territorio finisce per scontrarsi con la realtà: la terza edizione della TgR resterà in vita solo in Alto Adige”. Lo scrive in una nota l’Esecutivo Usigrai.
“E – guarda caso – proprio alle 22.30: l’orario che l’Usigrai ha proposto per tutta la TgR. Ieri sera, infatti, l’Ad della Rai è stato costretto in zona Cesarini a correre ai ripari e ripristinare l’edizione serale. Ancora una volta senza la preventiva e obbligatoria consultazione sindacale come previsto dal contratto integrativo e con un dispaccio via whatsapp della TgR.
Con la Provincia Autonoma di Bolzano il diktat del capoazienda della Rai non vale: la programmazione non si cambia senza il preventivo accordo dell’autorità locale. Quando ormai le decisioni erano prese e gli ordini impartiti, qualcuno deve avere spiegato a Fuortes che per l’Alto Adige non solo non poteva tagliare la terza edizione della tgr ma il servizio non poteva subire interruzioni.
Così la forbice dei tagli lineari gli si è inceppata lungo i bordi; e alla fine li ha tagliati anche male. Si perché la terza edizione che rimarrà in Alto Adige non si potrà vedere invece in Trentino, discriminando cosi per la prima volta anche tra le cittadine e i cittadini della stessa comunità locale. Questo ennesimo errore, frutto di una gestione ostentatamente muscolare e padronale, ci auguriamo che induca l’Amministratore Delegato a comprendere che è il momento di ristabilire le regole della consultazione sindacale, del confronto con le parti sociali, del dialogo leale e costruttivo da determinare con la discussione di un piano industriale.
Restiamo convinti che queste scelte vadano ripensate e che il metodo delle relazioni industriali di questo vertice debba cambiare. E l’esempio dell’Alto Adige traccia anche la strada: attenzione alle esigenze del territorio e una edizione del Tg alle 22.30”.