Il rifiuto della messa in onda del video comunicato nel quale «davamo conto della cancellazione della terza edizione della Tgr» è solo «l’ultima di una serie di violazioni che ci hanno costretto a rivolgerci all’autorità giudiziaria per condotta antisindacale», ha spiegato il rappresentante dei giornalisti.
«Sono qui in rappresentanza dei giornalisti Rai dopo l’ennesimo episodio di violazione delle relazioni sindacali, con il rifiuto della messa in onda del video comunicato nel quale davamo conto della cancellazione della terza edizione della Tgr, violando un obbligo contrattuale. È l’ultima di una serie di violazioni che ci hanno costretto a rivolgerci all’autorità giudiziaria per condotta antisindacale». Così il segretario Usigrai, Daniele Macheda, in audizione in commissione di Vigilanza.
«L’ad ha annunciato la decisione di cancellare la terza edizione della Tgr senza confrontarsi con il sindacato – ha rimarcato il segretario Usigrai –. Questo comportamento di disprezzo delle relazioni sindacali fa il paio con il totale disinteresse da lui mostrato verso una corretta interlocuzione istituzionale, perché l’ad ha scelto di non informare né la conferenza delle regioni né l’associazione dei comuni. Abbiamo messo nero su bianco una proposta di mediazione, ma nei vertici non c’è nessuna intenzione di trovare un accordo».
«L’azienda ha fornito tre diverse versioni – ha sottolineato ancora –: in Vigilanza ha detto che la terza edizione della Tgr era cancellata per i bassi ascolti, cosa non vera; il 2 dicembre ha scritto a noi che nessuna decisione era stata presa; il 14 dicembre ha scritto alla Vigilanza che la cancellazione era dovuta all’alto costo. Tre versioni diverse, nessun confronto, nessun progetto industriale. Non vorremmo che l’azione del vertice si riducesse a scelte che siano la somma di personalismi, di un atteggiamento padronale, i cui tratti erano già evidenziati nell’odiosa e liberticida circolare con la quale l’ad decise di limitare le partecipazioni esterne dei giornalisti Rai».
«L’ultima violazione risale al 13 gennaio, quando la Rai ha deciso di non inviare al sindacato gli intendimenti di nomina dei condirettori e dei vicedirettori della Tgr, come previsto dal contratto – ha aggiunto Macheda –. Non sappiamo se l’elenco fornito dal direttore Casarin di due condirettori e cinque vicedirettori sia vero o falso, mancando conferme. In ogni modo riteniamo che sette uomini e una donna non siano un esempio di parità di genere e lasciare due condirettori appare poco in linea con la razionalizzazione delle risorse». (Ansa)