Da quando la notizia è diventata pubblica, le autorità stanno facendo di tutto per insabbiare l’accaduto. Stamattina sono stati arrestati minimo 4 amici di Dzmitry. Dovevano venire alla casa di sua madre per aiutare con i preparativi per il funerale, ma hanno smesso di rispondere al cellulare. Poco dopo i loro parenti hanno riferito che sono stati prelevati dagli agenti delle forze dell’ ordine. Lo riportano l’ong per i diritti umani Viasna e i media indipendenti bielorussi.
Le fonti riferiscono che gli agenti vengono a casa dagli amici di Dzmitry e minacciano di arrestarli per droga se aprono la bocca. In Bielorussia la legge antidroga prevede fino a 25 anni di reclusione con la confisca dei beni (opzionale).
Ieri anche la sorella di Dzmitry ha riferito di essere stata intimata a non parlare con i giornalisti, mentre i canali filogovernativi hanno divulgato la notizia che il giovane aveva 4,3 per mille dell’alcol nel sangue, le tracce di droga nelle urine e della marijuana in tasca.
Abbiamo già visto un copione simile. L’11 novembre 2020 il giovane pittore Raman Bandarenka moriva nelle stesse circostanze; il giorno successivo le autorità hanno dichiarato che era ubriaco. La giornalista di tut.by Katsiaryna Barysevich l’ha subito smentito rendendo pubblico il referto medico. L’ha pagato con 6 mesi di reclusione, mentre il medico Artsiom Sarokin che le aveva fornito le informazioni tra poco comincerà a scontare la sua condanna di 2 anni di reclusione. Tut.by non esiste più, la caporedattrice e una decina di altri dipendenti tra giornalisti e manager sono in carcere.
La legge in Bielorussia è una strada a senso unico e coincide con il potere dello stato dittatoriale che copre i delitti dei propri scagnozzi.