Come i boss che ha frequentato per anni, B. esige il ”baciamo le mani a Vossia’‘ di Salvini e Meloni. Che vengono costretti a recitare la farsa della candidatura entusiasta e insistita offerta a Lui, che fa il riluttante, bisognoso di tempo per sciogliere la riserva. L’uomo convoca i suoi alleati nella sfarzosa Villa Grande – segno plastico di dominanza – per dimostrare che più del consenso politico, Lui conta sul consenso culturale. Ovvero la deferenza istintiva verso i ricchi da parte dei sudditi: proletariato da risse televisive, piccoli borghesi evasori e scaltri opportunisti rampicanti.