Padova, congresso Sio: “Orientamento professionale, strumento inclusivo  contro le diseguaglianze: no a mistificazione e manipolazione”

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«Mi aspetto un documento con obiettivi, strategie. L’orientamento deve essere un accompagnamento, un percorso che porti a facilitare il passaggio dalle scuole superiori all’università, a ridurre l’abbandono scolastico, a innovare nella direzione dell’inclusione. Di solito non partecipo mai a convegni di società scientifiche ma qui siamo tra colleghi e spero che le competenze trasversali che si confrontano in questa sede possano contribuire a creare una rete nazionale, un gruppo di lavoro fra Miur e ministero dell’Istruzione, che va rafforzato e reso più visibile».

In sintesi, questo il senso delle parole pronunciate, venerdì 14 gennaio, da Cristina Messa, ministra dell’Università e della ricerca, in apertura dei lavori a Padova del XXI congresso nazionale della Società italiana per l’Orientamento (Sio) presieduta dalla professoressa Laura Nota. Ministra che ha tenuto a sottolineare che il Fondo di finanziamento ordinario ha sempre sostenuto l’orientamento negli atenei e che ora il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta un’occasione per dare una cornice a dei contenuti che ci sono già. Quali contenuti? Per Sio sono chiari, e li ha esplicitati in maniera netta Nota nel suo intervento che ha chiuso la prima sessione plenaria di una giornata di approfondimento iniziata alle 9 e terminata alle 18 nella cittadella di psicologia dell’Università di Padova.

 

Progettare il futuro in senso etico

«No all’orientamento come mistificazione e come manipolazione, i tempi sono cambiati. Le persone sono vittime di disuguaglianze senza saperlo, perché non decodificano cosa sta accadendo attorno a loro, non capiscono quanto la globalizzazione incida sulla loro quotidianità certo non migliorandola, non colgono il potere invalidante della tecnologia nel lavoro con filiere produttive sempre più frammentate, frantumate che sono filiere di riduzione dei diritti. Perché nessuno si indigna – arringa Nota – si arrabbia, si ribella? Forse perché si è incapaci di avere una visione diversa, forse perché si è rinunciato a costruire, credere in una alternativa possibile. Non nel mio nome, non nel nostro nome. Gli orientatori non devono cedere al marketing, contrabbandando come servizio alla persona, un servizio che in realtà risponde alle istituzioni e al mercato. L’orientamento oggi deve essere capace di progettare il futuro anche in senso etico, sviluppando, favorendo la coscienza critica, il pensiero critico, che tutela il diritto di tutti allo svelamento della realtà. Guai a cadere nella trappola dell’immobilismo. Non c’è una risposta univoca, ma le traiettorie puntano su inclusione, sostenibilità, giustizia sociale in un’ottica laboratoriale che ponga al centro la persona, le sue aspirazioni, le sue scelte, le sue vulnerabilità».

 

La carica dei mille studiosi

Studiare, studiare, studiare: e la formazione degli orientatori, Nota in questo non ha il minimo dubbio, è post laurea, pubblica e universitaria, altrimenti l’orientamento non è una scienza, ma rischia di stare dalla parte sbagliata, quella collaborazionista, quella cinica, quella che assoggetta le persone a stereotipi e massificazione.

Un approccio chiaro, forte, fin troppo diretto che scuote a scegliere da che parte stare i numerosi partecipanti in presenza e da remoto, ricercatori, ricercatrici, operatori e operatrici dell’orientamento provenienti dalle università di tutta Italia. Quasi 1.000 fra relatori, relatrici, collaboratori, partecipanti, iscritti al convegno che si è tenuto in modalità duale e che ha visto il patrocinio, fra gli altri, di Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), Articolo21 e Sindacato giornalisti Veneto.

 

Aspirazioni personali e consapevolezza

Un approccio che non è estraneo alla ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna e al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che hanno inviato un saluto registrato. Carfagna ha sottolineato quanto l’orientamento sia un’attività essenziale in un momento di transizione come quello attuale, e come la realizzazione delle opportunità offerte anche dal Pnrr dipenda molto dalla realizzazione delle aspirazioni personali. Bianchi ha inteso l’orientamento come grado di consapevolezza di sé, capacità di esplorare le visioni future più che un elenco di offerte e in tale ottica la personalizzazione dell’intervento risulta elemento fondamentale per concretizzare il tema dell’inclusione, della sostenibilità e della qualità della formazione: «Non possiamo lasciare indietro nessuno».

A ricordare quanto la formazione e l’orientamento siano temi cari all’ateneo di Padova in quanto strumenti per ridurre le diseguaglianze, è la prorettrice alla Sostenibilità, Francesca Da Porto che ringrazia la professoressa Nota per perseguire una visione diversa della persona e del mondo che infonde fiducia e speranza.

 

Europa, ricerca e buona scienza

Mentre allarga lo sguardo all’Europa, Jonas Masdonati (Università di Losanna) presidente della European Society for Vocational Designing and Career Counseling (Esvdc): «La nostra missione è di unire le forze e creare sinergie per una ricerca di alta qualità che promuova appunto l’orientamento come scienza. La ricerca italiana svolge un ruolo centrale per il raggiungimento degli obiettivi europei e noi con le nostre competenze dobbiamo identificare le potenzialità dell’orientamento ma anche i rischi delle nostre pratiche». Ed esorta la politica a investire nella ricerca, Egidio Robusto direttore del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata (Fisppa) dell’Università di Padova: «Oggi è un momento di opportunità: il lascito importante di questa fase storica è il primato della scienza. Se possiamo vedere un po’ di ottimismo lo abbiamo grazie alla ricerca, quella sui vaccini. Nello specifico lo sviluppo umano è possibile solo con l’investimento nella ricerca. La pandemia ha portato a collaborazioni internazionali mai viste prima e ha contribuito al cambio di rotta anche nelle discipline sociali. La buona scienza diventa una scelta di gruppo e non del singolo, inserito nel sistema internazionale. Questo convegno né è la conferma: le attività svolte oggi sono frutto di attività complesse, oltreconfine, interdisciplinari».

 

Società sostenibile e Costituzione

Salvatore Soresi, fondatore della Sio, parla di sindrome da deficit di futuro alimentata dai cosiddetti wicked problem, i problemi malvagi: informazione confusa, analfabetismo, disoccupazione, precariato diffuso, emarginazione: «Dobbiamo avere il coraggio di essere partigiani della sostenibilità». Passare dall’homo oeconomicus all’homo solidalis. Orientare al futuro da soli non si può, sono necessari laboratori, le aspirazioni vogliono collaborazione, confronti, giochi, condivisione, propensione alla consapevolezza, all’indignazione, all’attivismo. Appassionato il contributo di Loredana Garlati, già Prorettrice all’orientamento dell’Università la Bicocca di Milano, docente di Diritto: «Inclusione, sostenibilità e giustizia sociale sono nella nostra Costituzione», basterebbe concretizzarla, metterla in atto. Ma c’è la volontà la volontà politica? È preoccupata per i giovani, quelli che la cronaca definisce la generazione dei sogni in tasca, dei baci non dati: «L’orientamento va concepito e attuato per scegliere la vita e non la scuola» rispecchiandosi nel discorso di fine anno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Serve un approccio sistemico, le fa eco Elisabetta Camussi, collega della Bicocca: «I giovani italiani hanno il grado più basso di fiducia nel futuro». Cosa possiamo fare? I passi concreti sono già nel piano Colao. Ma resta la domanda: c’è la volontà politica?

 

Giustizia intergenerazionale e povertà

Parla di giustizia intergenerazionale, di opportunità di benessere per tutti, Patrizia Lombardi (Politecnico di Torino, architetta) presidente della Rete delle Università per lo sviluppo sostenibile (Rus) ma avverte: «La transizione ecologica e sociale senza educazione e orientamenti non può avvenire. È indispensabile cambiare il concetto di crescita; stiamo consumando più di un pianeta e mezzo. L’aspetto ambientale è strettamente connesso a quello ambientale. Educare significa comprendere, essere consapevoli». Severa e impietosa, infine, la fotografia resa da Linda Laura Sabbadini, statistica, dirigente dell’Istat: «La pandemia ha aumentato diseguaglianze che c’erano già e in molta parte diretta conseguenza di tre crolli di occupazione avvenuti fra il 2009 e il 2019. Nel 2012 si è verificato un raddoppio della povertà che non è mai stato recuperato». A essere meno uguali sono le donne, i giovani e chi vive al Sud, peggio se straniero. Ma non dimentichiamoci i bambini: «A disuguaglianza si aggiunge disuguaglianza, il 50% di studenti non ha il minimo delle competenze. Il Pnrr è una grande occasione per rilanciare la formazione, l’istruzione, la crescita sociale che sente ora più che mai la necessità dell’inclusione». Ma gli investimenti tanto raccomandati dal NextGenerationEU in Italia sono stato previsti? «C’è un vistoso divario fra investimenti in infrastrutture sociali e infrastrutture tecnologiche». Secondo voi il piatto della bilancia da che parte pende?

 

Lavoro ed economia civile

La terza sessione plenaria ha visto la partecipazione di un sociologo, Gosetti Giorgio, Università di Verona, già prorettore all’Orientamento che ha portato all’attenzione dei partecipanti i cambiamenti che si stanno registrando nel mondo del lavoro, di un economista, Alberto Lanzavecchia, Università di Padova, che ha stimolato a pensare a una economia civile e sociale quale chiave di volta per il presente e il futuro, di due filosofi, Roberto Poli, Università di Trento, che ha portato al centro del dibattito l’importanza di realizzare laboratori del futuro, e Adelino Cattani, Università di Padova, che ci ha ricordato il ruolo della capacità di dibattere per saper difendere i propri diritti e anche quelli degli altri e del pianeta.

Le 14 sessioni parallele hanno coinvolto ricercatori, ricercatrici, professionisti e professioniste da tutte le parti d’Italia e di numero università, per condividere ricerche, buone pratiche e azioni di orientamento nella scuola, all’università, per facilitare le transizioni, per gli adulti e in presenza di persone con vulnerabilità, in ottica preventiva ed educativa, e per promuovere lavoro dignitosi, ridurre le disuguaglianze, attivarsi e agire per un futuro inclusivo e sostenibile.

 

 

Nella foto in senso orario, la ministra Cristina Messa, il professor Jonas Masdonati e la professoressa Laura Nota


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