“Non ideologie, ma ideali”. Questo era David Sassoli. Così il Cardinale Matteo Zuppi ha sottolineato la centralità del messaggio umano durante i funerali di Stato del Presidente del Parlamento Europeo. Il feretro è arrivato avvolto dalla bandiera dell’Unione Europea nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma poco prima delle 12. “Di David – ha detto Zuppi – tutti portiamo nel cuore il suo sorriso quasi timido. Tanti lo consideravano uno di noi per quell’aria empatica. Era il compagno di classe che tutti avremmo desiderato, quello che sicuramente ci avrebbe aiutato. Qualcuno ha detto di non aver mai visto nessuno arrabbiato con David. Ha accolto la malattia con dignità senza farla pesare, vivendo con la forza dei suoi ideali e con l’amore che tanto lo ha circondato”.
Il cardinale Zuppi, amico di Sassoli sin dagli anni del liceo Virgilio di Roma, ha tracciato anche un suo profilo politico. “David – ha continuato – ha amato l’Europa perché era figlio della generazione che aveva visto la guerra, gli orrori del genocidio e della violenza pagana, nazista e fascista, di tanti nazionalismi. Lui figlio della resistenza e dei suoi valori, quelli su cui è basata la nostra Repubblica e che ha ispirato i padri fondatori dell’Europa. E da questa immane sofferenza, quella per cui volle recentemente che la Presidente Ursula von der Leyen andasse a Fossoli, uno dei tanti luoghi della barbarie della guerra, che nasceva il suo impegno. Non ideologie, ma ideali, non calcoli, ma una visione”.
David Sassoli per il cardinale Zuppi era un uomo di parte, ma anche un uomo per tutti, perché la sua parte era quella della persona. “Era un credente sereno, senza evitare i dubbi. Come deve essere, perché ogni cristiano è un’isola”. Per lui la politica doveva essere per il bene comune e la democrazia sempre inclusiva. Ed in conclusione Zuppi ha voluto ricordare le parole di Sassoli nel suo ultimo massaggio prima di Natale: ”Noi siamo umani quando non alziamo muri, ma quando li abbattiamo. È il tutto in te che vive, buona strada- gli augura al termine dell’omelia – il tuo sorriso ci ricordi sempre di cercare la felicità e di costruire la speranza”.