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Le battaglie nel nome di Daphne

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Che non avrebbe dimenticato le battaglie che a Malta l’hanno resa un riferimento politicamente trasversale, si è capito non appena ha parlato di quella «disinformazione che nel periodo pandemico ha alimentato isolazionismo e nazionalismo», ha osservato la neopresidente dell’europarlamento Roberta Metsola. Parole pronunciate un momento prima di evocare Daphne Caruana Galizia (Malta) e Jan Kuciak (Slovacchia), i due giornalisti uccisi perché stavano smascherando un sistema di potere marcio che tiene insieme criminalità organizzata locale, mafie estere, potentati economici ed esponenti politici. «La vostra lotta per la giustizia e la verità – ha promesso Metsola – è anche la nostra».
A La Valletta ricordano ancora il giorno in cui la ragazza nata a St Julian e cresciuta nella scuola dei Gesuiti, con sdegnata eleganza rifiutò di stringere la mano all’allora premier laburista Joseph Muscat, accusato di avere permesso con le sue azioni di creare il clima e il contesto favorevole all’eliminazione di Caruana Galizia. Mentre ancora si attende la piena verità, proprio i figli di Daphne, anch’essi giornalisti per testate internazionali, ieri hanno rinnovato le accuse a Muscat e ai laburisti, e ribadito che «le azioni di Roberta Metsola hanno sostenuto la campagna per la giustizia per nostra madre – ha scritto Andrew Caruana – e oggi l’hanno resa la più giovane presidente nella storia del Parlamento europeo. L’integrità conta». L’arcivescovo di Malta, Charles Scicluna ha commentato la sua elezione sui social network: «Congratulazioni e preghiere per Roberta Metsola. Dio la benedica!». Il 31 maggio di un anno fa in veste di vicepresidente di Strasburgo Metsola incontrò in videoconferenza il presidente della Federazione della stampa italiana, Giuseppe Giulietti, insieme con l’avvocato Giulio Vasaturo, e il giornalista maltese Manuel Delia, che nel frattempo è stato costretto a trovare riparo all’estero. Il 15 luglio 2021, presentando un rapporto del Parlamento sulle controverse condotte di Frontex, Metsola fece arrabbiare molti, dai laburisti maltesi ai sovranisti europei. Sosteneva che occorre «garantire la protezione delle frontiere nel rispetto dei diritti fondamentali delle persone più vulnerabili». E aggiunse: «Non si può pestare il dito a chi con quel dito è appeso sul ciglio di un burrone».

Fonte: Avvenire

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