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La targa di Articolo 21 alla Comunità Ebraica di Roma “per non dimenticare” e combattere le parole d’odio

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Alle 9 di un mattino freddo di gennaio nel Ghetto di Roma sciamano decine di studenti del liceo, venuti a vedere uno dei luoghi simbolici delle persecuzioni razziali. Un gruppo di giovani guide spiega come nacque l’odio che generò l’Olocausto, gli altri ascoltano. Attenti, a tratti attoniti. E’ il giorno della Memoria 2022 e si è tornati a manifestare in presenza nelle date e nei posti che hanno da dire qualcosa, come questo. Al lato della piazza la panchina in memoria dei giornalisti uccisi nei campi di concentramento, inaugurata nel 2020 dal Presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Lì si tiene la cerimonia organizzata da Articolo 21 per consegnare una targa dell’associazione al vicepresidente della Comunità Ebraica di Roma Ruben Della Rocca. E’ la portavoce Elisa Marincola che ricorda come la Giornata della Memoria del 22 gennaio sia una delle tappe più importanti nel calendario delle iniziative per i 20 anni di Articolo 21, “un percorso cominciato peraltro a Marzabotto dunque chiaramente identificabile con i principi della democrazia e del rispetto delle idee e della libertà di tutti”. Un appuntamento, quello di oggi, sentito da tutta la comunità dei giornalisti italiani e infatti erano presenti la segretaria del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Paola Spadari, il vicepresidente Angelo Baiguini, il Presidente dell’Ordine del Lazio, Guido D’Ubaldo, Paolo Berizzi, autore del libro sul rigurgito neofascista in Italia “E’ gradita la camicia nera”, Antonio Di Bella, Maria Lepri, Antonella Napoli, Duilio Giammaria, Daniele Macheda, segretario Usigrai, Tiziana Ciavardini, Silvia Garambois di Giulia Giornaliste, nonché il presidente e il segretario della Fnsi, Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso. Tra i presenti anche esponenti politici che da anni si battono contro le nuove discriminazioni e il pericolo di un ritorno al passato; tra questi Athos De Luca, Benedetto Della Vedova, Walter Verini, Andrea Giorgis. In apertura dell’evento c’è stato un intervento molto significativo della Presidente della Comunità Ebraica romana, Ruth Dureghello, che si è detta “emozionata di questa iniziativa, per l’alto valore simbolico ed educativo”, ricordando come è nata l’idea della panchina e della collaborazione con Articolo 21, ossia dall’allarme per i crescenti attacchi alla comunità ebraica romana da parte di alcune emittenti della capitale nell’autunno del 2019 e purtroppo non ancora finite. Per Ruben Della Rocca il ruolo dell’informazione è centrale nella lotta all’antisemitismo, sempre attualissima e necessaria. “Ancora dobbiamo assistere ad attacchi come quello registrato in questi giorni a Livorno contro un bambino di 12 anni da parte di due coetanee. – ha detto Della Rocca – Credo che quell’episodio dica a tutti noi cosa non è stato fatto, cosa non è stato insegnato a quelle due ragazzine. Io vorrei partire oggi e andare dalla famiglie di quelle due bambine per spiegare loro cosa è stato l’Olocausto e sono sicuro di essere ancora in tempo perché crescano rispettando l’altro. Non perdiamo l’occasione della memoria e di ciò che essa ci rimanda e ci insegna. In questo senso il ruolo dei giornalisti è centrale. Ringrazio tutti e un grazie speciale a Paolo Berizzi, costretto a vivere sotto scorta perché racconta e spiega ogni giorno i fatti che accadono attorno a noi. Non è giusto, non è accettabile che in Italia ci siano giornalisti sotto scorta. la libertà di informazione è essenziale ma essa non ha nulla a che vedere con la deriva degli insulti e delle aggressioni”. Proprio Paolo Berizzi ha ricordato quanto sia necessario “non solo preoccuparsi del ritorno delle derive del passato ma anche occuparsi di ciò che avviene oggi, dove i toni fascisti e nazisti, il fenomeno politico e sociale in crescita, vengono declinati allo scherzo, alla goliardia, insomma una cosa di poco conto e invece non è così”. Per Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, la scelta della targa consegnata da Articolo 21 si inserisce nel solco di un progetto partito già da alcuni anni della lotta al linguaggio dell’odio, concetto cardine della “Carta di Assisi” firmata da esponenti di diverse religioni ad Assisi e poi aggiornata nel 2020 nella sede della Civiltà Cattolica. “E’ determinante l’attenzione all’uso delle parole – ha detto Giulietti – perché quelle parole potrebbero causare una ferita profonda. Perciò l’impegno dei giornalisti deve essere quello di fermarsi un attimo prima di decidere quale termine usare. E riflettere. Perché noi non siamo vaccinati contro il virus della discriminazione e della denigrazione”. Poi il presidente della Fnsi ha ricordato l’impegno del sindacato e del nuovo Consiglio nazionale dei giornalisti a stare accanto ai cronisti minacciati nei processi contro i loro aggressori, come sarà nel caso di Berizzi per gli insulti ricevuti in rete, procedimento nel quale la Procura di Bergamo ha presentato la citazione diretta in giudizio di 11 persone. L’appuntamento al Ghetto di Roma è stata una delle tappe di una giornata intensa di incontri nell’ambito delle manifestazioni per il giorno della Memoria, organizzata insieme alla Comunità Ebraica con l’intento di onorare i giornalisti uccisi nei campi di sterminio e di gettare le basi per un impegno quotidiano circa una narrazione fedele e attenta dei fenomeni di nuove discriminazioni”.


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