La famiglia di Articolo 21, come ha già fatto la nostra presidente onoraria Barbara Scaramucci, ha invece il dovere di ricordare Davide, amico e compagno di decine e decine di iniziative sin dai lontani anni ottanta.
Ricordiamo il giovane giornalista entusiasta, curioso, capace di andare oltre le apparenze e di scovare, sempre, una luce nel buio, un barlume di umanità laddove sembrava prevalere la malvagità senza attenuanti.
Quando ha cominciato a salire le scale della professione, sino a diventare uno dei “volti” più amati e popolari della televisione pubblica e del Tg1, non ha mai dimenticato di mettersi a disposizione degli altri, degli ultimi, dei precari della professione, accettando di far parte del comitato di redazione, delle commissioni dell’Usigrai, sino a diventare presidente dell’Associazione stampa romana.
Nel 2002, nella stagione dell’editto bulgaro, è stato in prima linea nella difesa dell’articolo 21 della Costituzione, contro l’editto bulgaro, accanto a Enzo Biagi e Michele Santoro.
La sua fu una delle prime firme sotto il manifesto di fondazione dell’associazione Articolo 21.
Da allora quanti ricordi: le manifestazioni contro i bavagli, l’impegno per l’autonomia del tg1 e del servizio pubblico, i congressi sindacali, le feste di Articolo 21, i dibattiti in giro per l’Italia.
Ancora da presidente del Parlamento europeo ha trovato il tempo di firmare la Carta di Assisi, di recarsi più volte al Sacro convento, di inviare la sua adesione alla marcia Perugia-Assisi, di accogliere le petizioni di Articolo 21 contro il razzismo, di andare a Trento a dare forza alla Fondazione dedicata ad Antonio Megalizzi, di partecipare a Venezia alla mobilitazione per arrivare alla Direttiva sul diritto di autore.
Lo ricordiamo ancora al ghetto di Roma per ricordare giornalisti e tipografi deportati e per inaugurare la “panchina della memoria”
Sempre disponibile, sempre sorridente, sempre paziente, anche quando il male aveva già cominciato a lasciare i segni sul suo volto, sempre più scavato.
Troveremo il modo per ricordarlo, magari insieme al suo inseparabile amico Paolo Giuntella, e di ricordare il suo impegno l’Articolo 21 della Costituzione.
In queste ultime settimane ha voluto sostenere la necessità di approvare, quanto prima, una direttiva contro le minacce al diritto di cronaca e contro le querele bavaglio.
Ci auguriamo che il Parlamento europeo voglia portare a conclusione questo impegno e magari “dedicare” questa direttiva a David Sassoli, uno che non ha mai strepitato, ma ha sempre difeso con pacatezza e determinazione la Costituzione antifascista e antirazzista.
Noi lo ricorderemo come David che, salendo le scale della notorietà e del potere, non ha mai smesso di guardare verso il basso e di restare dalla parte degli ultimi, dei profughi, di quelli che Papa Francesco, tanto caro a Sassoli, ha definito gli “scarti umani”, anche per questo il nostro abbraccio e il nostro grazie.