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Giornata Internazionale degli avvocati minacciati e in pericolo

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La #Giornata internazionale degli #Avvocati minacciati ricorre il 24 gennaio di ogni anno per ricordare il massacro di #Atocha, a #Madrid, del 24 gennaio 1977, in cui furono uccisi 5 #avvocati esperti di diritto del lavoro, nel periodo di transizione tra la #dittatura franchista e la democrazia.
Organizzata fin dal 2009 dalla Fondazione omonima, in collaborazione con diverse associazioni di avvocati, è nata allo scopo di attirare l’#attenzione dell’opinione pubblica sulle #minacce, sulle #violenze, e in molti casi, purtroppo, sugli #omicidi di #Avvocati, in diverse parti del #mondo e nei cinque continenti, #colpevoli solo di aver esercitato in maniera indipendente ed autonoma la loro #professione di avvocato e di battersi per la #difesa dei loro assistiti nel quadro del rispetto dei diritti fondamentali e del giusto processo, così come previsti nelle convenzioni #internazionali.
Dopo Iran, Turchia, Filippine, Paesi baschi, Honduras, Cina ed Egitto e di nuovo la Turchia nel 2019, nel 2020 la giornata è stata dedicata al Pakistan e nel 2021 all’Azerbaigian.
Quest’anno la Giornata Internazionale dell’avvocato in pericolo è dedicata alla #Colombia.

In Italia, per celebrarla degnamente, ricordiamo la storia dell’ avv. #FulvioCroce, ucciso solo per aver scelto la fedeltà ai suoi principi di giustizia.

Nel 1976 iniziò a #Torino il processo alle #BrigateRosse e tra gli imputati Prospero Gallinari, Alberto Franceschini, Renato Curcio e Paolo Maurizio Ferrari.
Tutti i detenuti revocarono il #mandato ai difensori di #fiducia e minacciarono di morte i legali che avessero accettato la nomina come #difensori di ufficio.
Il Presidente della Corte d’Assise di Torino,Dott. Guido Barbaro chiese al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino di indicare i nominativi di difensori d’ufficio e procedette alle nomine.
Gli imputati dichiararono di non accettare la nomina dei difensori d’ufficio e che:
“qualora i difensori avessero accettato la nomina saranno ritenuti come collaborazionisti del regime, con le conseguenze che ne potranno derivare”.
I difensori d’ufficio nominati dalla Corte, alla seconda udienza del 24 maggio 1976, rimisero il #mandato.
A questo punto, il presidente della #Corte d’Assise incaricò della difesa d’ufficio il Presidente del Consiglio dell’#Ordine degli Avvocati di Torino, l’avvocato Fulvio Croce.
All’udienza del 25 maggio 1976 gli #imputati riaffermarono il loro #rifiuto della #difesa leggendo un nuovo comunicato con minacce contro Fulvio Croce.
“gli avvocati nominati dalla #corte sono di fatto degli avvocati di #regime.
Essi non difendono noi, ma i #giudici. In quanto parte organica ed attiva della contro-rivoluzione, ogni volta che prenderanno iniziative a nostro nome agiremo di #conseguenza.”
Ogni volta che l’avv. Fulvio Croce prese la #parola, venne nsultato e minacciato.
Ma non rinunciò mai alla #difesa.
Fu atteso nell’androne del suo #studio a Torino, il pomeriggio del 28.04.1977 da un commando composto da due uomini e una donna e fu ucciso.
Mentre la terrorista Angela Vai allontanava le due segretarie, Rocco Micaletto, appoggiato da Lorenzo Betassa con funzione di copertura, si avvicinò, lo chiamò ‘#Avvocato!” e gli sparò cinque colpi che lo raggiunsero #mortalmente alla testa e al torace.
Gli #assassini fuggirono con un quarto terrorista , Raffaele Fiore, in attesa alla guida di un’auto.
L’omicidio fu rivendicato dalle “Brigate Rosse” con una telefonata alla “La #Stampa” e all’#Ansa.
L’#omicidio dell’avv. Croce determinò il #rinvio del processo “per impossibilità di costituire una #giuria popolare”.
Questo il senso della #dignità della #professione forense e della sua funzione sociale, valori troppo spesso sottovalutati o addirittura disconosciuti dalle #istituzioni.
Questo l’#impegno solenne dell’art. 8 del nostro codice professionale, sul quale ogni avvocato deve giurare per poter esercitare il #diritto di difesa.

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