Zaia e Giulietti insieme per un Manifesto del Veneto contro la violenza no-vax: «Non esiste par condicio informativa tra scienza e non scienza»

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«Reagire alle aggressioni no-vax con un’alleanza fra mondo delle istituzioni e mondo dell’informazione. La Regione sia scorta politica per i cronisti, i cronisti siano scorta mediatica per gli amministratori, dal presidente e giù fino al sindaco del comune più piccolo, e per quanti sono attaccati nell’esercizio del loro lavoro».

Parole di Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) che Luca Zaia, presidente della Regione Veneto ha sposato subito nell’incontro sollecitato, insieme al Sindacato giornalisti Veneto (Sgv), presente la segretaria regionale Monica Andolfatto, aderendo anche alla proposta di organizzare a Venezia un confronto pubblico fra tutti gli attori interessati per varare, sulla scia del Manifesto di Venezia contro la violenza sulle donne, un Manifesto del Veneto contro la violenza no-vax.

Fnsi e Sgv, attraverso Zaia, hanno espresso solidarietà a quanti, oltre ai giornalisti, vengono minacciati perché dice Giulietti «si prendono cura della vita degli altri invitando alla vaccinazione contro il Covid»: politici, medici, infermieri, volontari.

La condanna di Zaia è netta «senza se e senza ma. Occorre fare un grande lavoro di squadra perché non è tollerabile che chi svolge il proprio dovere a tutela della salute pubblica venga anche minacciato». E rivela: «Ho presentato un centinaio di denunce all’autorità giudiziaria e sono state archiviate. Intimidazioni pesanti, incitazioni all’odio considerate “critica politica”. Ma ci rendiamo conto in che momento storico stiamo vivendo? Ci sono persone che vanno in giro a prendere a testate la gente come se nulla fosse. Una deriva che mi preoccupa molto».

E per chi invoca la par condicio informativa afferma: «Non vi può essere tra scienza e non scienza. Fondamentale è non abdicare all’informazione validata scientificamente. Fare come in altri Paesi, magari cominciando a nominare speaker ufficiali che parlino a nome della comunità scientifica in modo che non ci sia confusione».

Gli gli fa eco Giulietti: «Basta leggere la costituzione non c’è par condicio tra fascisti e antifascisti, tra mafiosi e antimafiosi, non c’è par condicio tra i liberi ricercatori e coloro che si alzano la mattina pretendendo di farsi medico. Smettiamola con questa idea di mettere sullo stesso piano chi ha studiato come salvare la vita degli altri e chi ha in mente solo se stesso e senza competenze dà ricette di morte e aizza al linciaggio social e non solo».

Purtroppo il Veneto non fa eccezione: «Casi di cronisti insultati e finiti nel mirino – conclude Andolfatto – si sono verificati a Padova, a Verona, a Belluno, a Venezia. Come sindacato teniamo alta la guardia, segnalando tutti gli episodi all’Osservatorio sui cronisti minacciati attivato dal ministero dell’Interno e non lasciando soli i colleghi. Colpire un giornalista significa sopprimere l’articolo 21 della Costituzione, vale a dire il diritto di essere informati e dunque di vaccinarsi per sconfiggere il virus e non mettere a rischio la propria vita e quella degli altri».


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