“Un sequestro, non può essere definito in altro modo il calvario che sta vivendo mio figlio”. Così Cristiano Zennaro, padre di Marco, l’imprenditore veneto arrestato in Sudan lo scorso aprile per una partita di trasformatori contestata aveva lanciato il suo atto di accusa attraverso un’intervista rilasciata ad Antonella Napoli e pubblicata su Articolo 21.
Oggi, alla vigilia del nuovo anno, invia un video messaggio al premier Mario Draghi affinché il governo italiano si impegni a riportare Marco Zennaro in Italia.
“Nonostante sia stato stato prosciolto dalle accuse penali, Marco non puo’ lasciare il Paese perche’ deve affrontare il procedimento civile sulla commessa avviato dopo le denunce degli acquirenti che chiedono il risarcimento a fronte di una mancanza di conformita’ dell’esito fornitura che non e’ mai stata certificata da enti terzi, come chiesto dallo stesso Zennaro” spiega nell’intervista il padre dell’imprenditore. Per Cristiano Zennaro, “l’ambasciatore durante quelle successive sette ore ha sottovalutato la situazione e a costo di un incidente diplomatico, anziché trasferire l’autorità Marco nella sua ambasciata e segnalare a chi di competenza a Roma (Farnesina, Ministero della giustizia, Procura della Repubblica) come si deve in questi casi, che era in corso un sequestro di persona, e’ rimasto passivo ad attendere gli eventi”.