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‘Libero, ma non assolto’. Sit in a Roma per Patrick Zaky

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Ci siamo ritrovati ieri sera in piazza Bocca delle Verità di Roma in simultanea con tante altre piazze d’Italia per mostrare la nostra solidarietà a Patrick Zaky lo studente egiziano detenuto in Egitto. Ma a differenza delle tante altre manifestazioni di solidarietà quella di ieri è stata diversa.

Lo spirito era diverso perchè un barlume di speranza era dentro ognuno dei presenti dopo la notizia della scarcerazione temporanea.

Patrick è stato scarcerato, ma non assolto, e la prossima udienza è fissata per il primo febbraio 2022.

Patrick Zaki nel febbraio del 2020, venne arrestato in aeroporto con motivazioni politiche al suo arrivo in Egitto, dove contava di trascorrere un breve periodo di vacanza con la sua famiglia.

Arrivava dall’Italia dove stava frequentando un master in Studi di Genere e delle Donne presso l’Università di Bologna.

Patrick era stato arrestato di aver diffuso su internet notizie dannose contro il regime egiziano di al-Sisi. Zaki viene inoltre accusato di appartenere a un gruppo terroristico e imputato per aver diffuso false notizie all’interno e all’esterno dell’Egitto a causa di un suo articolo articolo pubblicato nel 2019 sul giornale Daraj, sul trattamento riservato alla comunità cristiana copta, di cui anche la famiglia Zaky fa parte.

Immediatamente dopo il suo arresto secondo quanto riferito dal suo avvocato, Zaki venne portato a Mansura, la sua città natale, a circa 130 chilometri dal Cairo, dove fu picchiato, spogliato, sottoposto a scosse elettriche sulla schiena e sull’addome, oltre che abusato verbalmente e minacciato di stupro.

Dopo 19 mesi di custodia preventiva, a settembre 2021 è cominciato proprio a Mansura, il processo.

L’annuncio venne stato fatto da Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, e da altre ONG, compresa l’Egyptian Initiative for Personal Rights, un gruppo egiziano per la difesa dei diritti umani, con cui Zaki aveva collaborato.

Secondo queste ONG, la principale accusa contro Zaki riguardava proprio la sua critica al governo egiziano.

In tutti questi mesi molte associazioni per i diritti umani attraverso sit in e manifestazioni si sono ritrovate in tante piazza Italiane per mostrare solidarietà alla triste vicenda di questo giovane studente. L’11 gennaio 2021 la città di Bologna ha conferito a Zaki la cittadinanza onoraria.

La notizia di ieri 7 dicembre, dell’interruzione della detenzione di Patrick è stata disposta dopo che la sua legale, Hoda Nasrallah, ha chiesto l’acquisizione di ulteriori atti per dimostrare la presunta illegalità dell’arresto, dal 7 febbraio 2020, per un totale di 668 giorni di ingiusta detenzione.

Il sit in di ieri organizzato da Amnesty International ha visto tante sagome di cartone con l’immagine di Zaky, e molti sostenitori hanno indossato una maschera raffigurante il volto del giovane studente e cartelli con i giorni della sua detenzione.

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, ha dichiarato è “un grande sospiro di sollievo: finisce il tunnel del carcere”. La speranza è che il rilascio sia “il primo passo per arrivare poi ad un provvedimento di assoluzione”.

“Speriamo che nella prossima udienza ci sia quel passo in più che tutti aspettiamo e cioè il riconoscimento della sua innocenza. Oggi è comunque stato fatto tantissimo. Grazie a tutte le persone che hanno contribuito a raggiungere questo traguardo e dire a tutti e tutte di tenere alta l’attenzione”, ha concluso Noury.

Anche il Governo si dichiara soddisfatto, per l’esito della vicenda che segue con la massima attenzione. Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha espresso massima soddisfazione per la notizia della scarcerazione di Patrick Zaki, la cui vicenda è stata e sarà seguita con la massima attenzione da parte del Governo italiano. Così si legge in una nota di Palazzo Chigi.

“Primo obiettivo raggiunto: Patrick Zaki non è più in carcere. Adesso continuiamo a lavorare silenziosamente, con costanza e impegno. Un doveroso ringraziamento al nostro corpo diplomatico”. Ha scritto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Facebook.

Noi continueremo sempre a tenere alti i riflettori su questa vicenda, ma potremo dire di essere completamente felici solo quando avremo la possibilità di riabbracciare Patrick Zaky in Italia sicuri che possa riprendere gli studi e finire la sua tesi all’università di Bologna.


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