Bielorussia, continuano le repressioni contro i media indipendenti. Resta in carcere il giornalista Andrei Kuznechyk

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Le repressioni contro i media indipendenti bielorussi e i giornalisti continuano (anche se purtroppo non è l’unico segmento della società civile nel mirino della dittatura).

Il giornalista bielorusso Andrei Kuznechyk non è stato scarcerato allo scadere del termine di reclusione di 10 giorni. Lo riportano BAJ (Associazione bielorussa dei giornalisti) e l’ong per i diritti umani Viasna.

Andrei Kuznechyk collaborava con la testata indipendente Radio Svaboda ed è stato fermato da quattro agenti in borghese a Minsk 25 novembre durante una passeggiata in bici. Dopo la perquisizione a casa sua gli agenti hanno confiscato il cellulare non solo del giornalista, ma anche quello di sua moglie Alesia Rak, nonché i soldi in contanti. Lo ha riferito Alesia Rak stessa a Radio Svaboda precisando che gli agenti non si erano nemmeno identificati.

Nel frattempo il Ministero degli Interni bielorusso ha riconosciuto come estremista la testata indipendente Radio Svaboda, la fondazione BySol e l’iniziativa “Voices from Belarus” che traduceva in inglese le notizie bielorusse da agosto 2020. Lo riportano i media indipendenti bielorussi, molti dei quali sono già da tempo sulla lista delle organizzazioni estremiste.

La diffusione dei materiali pubblicati da queste organizzazioni costituisce un reato punito con la reclusione da scontare nelle condizioni disumane. La legge sull’estremismo è stata varata a maggio 2021 appositamente per asfaltare la società civile e il movimento popolare per la democrazia in Bielorussia.

Attualmente 30 operatori dei media sono dietro le sbarre, mentre i prigionieri politici sono 896.


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