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Barbados diventa repubblica misurandosi con i Grandi della Terra

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Oggi, 30 novembre 2021, nel piccolo stato caraibico di Barbados – parte delle Piccole Antille con Antigua & Barbuda e Trinidad &Tobago solo per citare le isole piú note – si festeggia la nascita della Repubblica.

Ciò è dovuto all’opera certosina di Mia Mottley, la Primo Ministro, che dallo scorso anno aveva annunciato la rimozione della Regina Elisabetta dal ruolo secolare di Capo di Stato, che ancora incombe sulla maggior parte delle isole caraibiche anglofone.

Barbados ha un ruolo chiave nel turismo di alto livello, e allo stato attuale può vantare un bassissimo numero di casi Covid, grazie alla rigida politica di chiusura frontiere durante il periodo piú fosco della pandemia.

Ma esaminiamo la questione nei dettagli e le influenze in campo internazionale che hanno messo in luce il piccolo stato anche alla conferenza del clima recentemente conclusasi a Glasgow in Scozia.

Un evento storico

Alla fine Mia Mottley, Primo Ministro in Barbados – isola facente parte delle Piccole Antille e del Commonwealth britannico – ce l’ha fatta, portando a casa un risultato fino a pochi anni fa impensabile: rimuovere la Regina d’Inghilterra dalla carica di Capo di Stato. Barbados è ora finalmente svincolata dalle altre 15 nazioni che fanno ancora parte del Commonwealth Realm sotto la Corona inglese.

https://www.bbc.com/news/world-latin-america-58993728 Un taglio netto con il retaggio coloniale che il Regno Unito non ha mai emendato, perpetrando anzi il meccanismo nel Nuovo Millennio, sebbene con modalità piú politically correct.

Ma il prestigio della premier si è allargato a livello internazionale recentemente, durante il summit UN Climate Change, o COP 26, che si è svolto di recente a Glasgow in Scozia.

Mia Mottley non ha mostrato timori reverenziali nel misurarsi con i leader mondiali. Rappresentando i Caraibi, ha parlato anche per conto delle isole tropicali sotto minaccia per il livello di innalzamento dei mari, causato dal riscaldamento globale.

Insieme a John Charles Ramkalawan, premier delle Seychelles ha sferzato i paesi piú ricchi condannando la loro cieca avidità che ha provocato il fallimento del G20 di Roma, conclusosi con vaghe promesse e nessun impegno concreto, anticipando così Joe Biden che si è scusato per la Conferenza di Parigi del 2015 quando per ordine di Trump gli Stati Uniti si tirarono fuori.

Scuse che ovviamente Biden si è ben guardato di estendere al suo mancato contributo per la riuscita del summit romano.

In Scozia si sono stracciate le vesti tutti quanti: Boris Johnson, Ursula von der Leyen e Angela Merkel in rappresentanza dell’Europa, Narendra Modi premier dell’India – uno dei paesi piú dipendenti dal carbone – il Segretario ONU António Guterres, la Regina Elisabetta, tutti contriti sotto il cipiglio severo dell’immancabile Greta Thunberg che ha sottolineato le loro chiacchiere a vanvera.

E difatti sono mancati proprio i Grandi Inquinatori, visto che Xi Jinping, Jair Bolsonaro, Erdogan e Putin hanno dato forfait. Tutto fiato e soldi sprecati.

La conferenza si è poi conclusa con un nulla di fatto a livello di impegni precisi – e soprattutto di date – sulla riduzione delle emissioni inquinanti e del riscaldamento globale. Tutto procede come prima.

Il Regno perde i pezzi

Formato da 16 nazioni sparse lungo il Pianeta, il Commonwealth Realm va però distinto dal Commonwealth Nations, che è incentrato invece sulle alleanze economiche tra 54 paesi, anche senza rappresentanza monarchica.

Un primo esempio sul ruolo che Sua Maestà riveste in queste 15 nazioni – visto che Barbados dal 30 novembre sarà ufficialmente fuori dal suo “reame” – viene dall’Australia, dove nel 1975 il Governor General, massima autorità dello Stato che rappresenta la Regina nei suoi protettorati, rimosse l’allora Primo Ministro per divergenze legislative.

Nella Costituzione giamaicana è sancito in maniera inequivocabile che ogni Bill (disegno di legge) presentato alla House of Representatives (Parlamento) di cui fa parte il Governor General, deve essere ratificato da costui prima dell’approvazione finale.

https://youtu.be/hOylgoM3HTA

Il Privy Council di Londra è un’altro esempio di come il ruolo del Regno Unito non sia solo simbolico dal momento che questo tribunale – composto da politici e giudici – esercita il suo potere decisionale sulle altre Corti.

In Giamaica, la Corte Suprema è costretta a sottostare al verdetto finale di Londra su questioni giuridiche interne che dovrebbero invece appartenere a uno Stato sovrano, quale teoricamente è, riconosciuta nel 1962 come Stato indipendente, così come dovrebbero esserlo tutti gli stati che compongono il Commonwealth Realm tra cui nazioni ben piú grandi dell’Inghilterra quali Australia, Canada e Nuova Zelanda.

Però non è “realmente” così, è proprio il caso di dire, con un facile gioco di parole.

Lo scorso anno, in seguito a una controversia che coinvolse Indecom, l’Agenzia Indipendente che indaga sugli omicidi extra-giudiziari e la corruzione della JCF (la polizia giamaicana) il Privy Council pur deliberando che l’Agenzia non debba sottostare al DPP (Director of Public Prosecution) il Procuratore di Stato per le indagini, decretò altresí che dal 2020 Indecom non detiene piú il potere di arrestare membri della JCF, facoltà che ora è esclusiva di Paula Llewellyn la Procuratrice, che spesso e volentieri si è dimostrata clemente anche in casi eclatanti di abusi giudiziari.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/05/23/giamaica-la-lotta-ai-police-killings-continua-ma-con-un-ostacolo-la-corte-inglese/5806266/

Da allora, l’arroganza degli officers (poliziotti) è aumentata in maniera esponenziale, come dimostrano i dati sui police assaults registrati da gennaio a giugno 2021: 301 vittime, tra morti e feriti causati dall’uso eccessivo delle armi da fuoco da parte delle forze dell’ordine. https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/10/01/giamaica-questo-accade-quando-uno-stato-lascia-i-cittadini-in-balia-di-s-stessi/6335295/

La corruzione è ormai dilagata a tal punto che i casi di estorsione da parte degli agenti – che coinvolge sia gli automobilisti che i proprietari di attività – sono ormai la regola vigente.

Discriminazioni

Nonostante in Giamaica la maggior parte dei politici così come parte della popolazione rimanga concettualmente fedele alla monarchia, il Regno Unito non ricambia il favore: malgrado quasi 200.000 giamaicani siano residenti in Inghilterra, i visitatori provenienti dalla ex colonia non sono particolarmente welcome in terra d’Albione; che vengano in UK per turismo, lavoro, o per ricongiungimenti familiari, possono entrare solo se in possesso di un visto speciale, non facile da ottenere e di durata limitata.

I respingimenti sono frequenti, anche a causa della diffidenza dell’immigrazione legata a numerosi episodi di criminalità che caratterizzano in senso negativo la Giamaica agli occhi del mondo.

Tutto ciò mentre dalle twin islands di Trinidad & Tobago, proclamate repubblica negli anni 70′, i passeggeri entrano liberamente senza restrizioni, a fronte della presentazione del solo passaporto.

Una beffa che aumenta il senso di inferiorità dei giamaicani nei confronti dei loro cugini caraibici e butta benzina sul fuoco del sentimento anti-monarchico, in netta risalita negli ultimi anni. Non sempre rimanere “sudditi” porta i frutti sperati.

Conclusioni

Tornando in Barbados, la Regina inglese pur salvando il lato diplomatico con auguri formali alla nascente repubblica, non ha mancato di esternare il suo disappunto per essere stata estromessa, ricusando l’invito di presenziare alla cerimonia di insediamento della novella presidente Dame Sandra Mason, e inviando come rappresentante della Corona il figlio Carlo.https://www.thenews.com.pk/latest/912983-queen-elizabeth-reacts-as-barbados-removes-her-as-head-of-state

La consola il fatto che l’isola rimane nel patto economico del Commonwealth of Nations, per cui il turismo inglese continuerà ad avere un ruolo importante nel cash-flow del Paese.

Barbados tuttavia non è il primo Stato caraibico a diventare repubblica nelle West Indies britanniche, poiché Guyana l’aveva preceduta nel 1970, rimuovendo per prima la Regina dal ruolo di capo di Stato, imitata successivamente da Trinidad & Tobago.

Ma ciò che fa della nazione di Mia Mottley un caso unico nel Commonwealth Realm, è il fatto che Barbados si era già emancipata dal Privy Council di Londra quale ultimo grado di giudizio, ponendo al suo posto la Caribbean Court come tribunale supremo, mentre tuttora Trinidad & Tobago continuano a sottostare al tribunale inglese.

E tale unicità fa sì che il dibattito rimanga acceso nelle altre isole anglofone, così come aumentano le pressioni in tal senso sia in Australia che in Canada.

I gioielli piú preziosi della Corona.

E se un domani le isole Cayman decidessero di seguire il percorso barbadiano, Sua Maestà perderebbe anche le chiavi della cassaforte principale.

(Un articolo similare è stato pubblicato da il Fatto Quotidiano: https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/11/09/barbados-fuori-dal-commonwealth-la-corona-inglese-perde-pezzi-e-potere/6384268/ )


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