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Artigiani di pace tutti

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Il 1 gennaio 2022, Giornata mondiale della pace, Papa Francesco ci rinnova l’invito a diventare “artigiani di pace”. Come? Investendo sull’educazione, il lavoro e il dialogo tra le generazioni.

Papa Francesco non ci parla di quella pace che viene abitualmente identificata come il contrario della guerra ma della pace positiva e duratura che nasce dalla giustizia e dal rispetto dei diritti umani. Non è possibile accogliere e raccogliere questo messaggio senza fare nostro questo profondo cambio semantico.

Quando parliamo di pace non dobbiamo più pensare solo alle guerre che continuano a devastare tante parti del mondo (e che Papa Francesco ha puntualmente elencato il giorno di Natale) ma a quel bene prezioso che spesso associamo ad una vita serena. È in questo cambio di prospettiva che la pace diventa “un mestiere di tutti” e non più un compito affidato ad eserciti, stati e potenti. Non un “mestiere” qualsiasi ma un “mestiere artigianale”, fatto con le proprie mani, con la cura, l’intelligenza, la passione, la pazienza e la tenacia degli artigiani.

C’è chi la pace la implora perché sottoposto a grandi violenze e sofferenze. A noi, che godiamo -spesso senza rendercene conto- di tanti diritti e opportunità, viene chiesto di collaborare alla costruzione di una società e di un mondo più pacifico o, come disse un ragazzo a Udine, “un po’ meno schifoso”.

Dunque, la pace si deve fare, con scelte e investimenti concreti. In questo nuovo anno, Papa Francesco ci propone di impegnarci in tre campi: l’educazione, il lavoro e il dialogo. Scegliendoli tra le tante urgenze del nostro tempo, il Papa ci invita a fare la nostra parte investendo sui giovani, sul dialogo con i giovani, sulla loro formazione e sul loro diritto ad avere un lavoro dignitoso. I giovani possono dare nuove solide basi alla pace a condizione che li ri-mettiamo al centro delle nostre attenzioni, che ne riconosciamo e liberiamo la forza creativa, che offriamo loro serie opportunità di crescita e realizzazione.

A parole siamo tutti d’accordo. Ma i fatti descrivono una realtà ben diversa. L’educazione e il lavoro sono attraversati da crisi profondissime e del dialogo tra le generazioni si sono perse le tracce. Esperienze positive che possono aprirci la strada ad una nuova realtà non mancano ma le sfide sono grandi ed esigono molti cambiamenti importanti. Siamo pronti ad affrontarli?

PS. Nel messaggio per la giornata mondiale della pace, Papa Francesco non manca di denunciare il continuo aumento delle spese militari che hanno già superato i record della guerra fredda e che stanno alimentando una spaventosa corsa al riarmo. Liberare queste risorse per investire su un’educazione e un lavoro di qualità, sulla salute, la cura del territorio e del pianeta resta un obiettivo fondamentale di tutti i sinceri costruttori di pace.


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