È stato un reclusorio per sole donne, vent’anni fa è diventato il simbolo di una utopia realizzata: quella dell’affermazione delle ragioni del femminismo, quella della forza dei diritti e delle libertà.
Era il dicembre del 2001 quando l’allora sindaco Rutelli consegnò le chiavi del Buon Pastore al Consorzio di donne che riuscì a ottenerle grazie alla tenacia e alla forza delle proprie idee.
Esattamente vent’anni dopo, un nuovo, simbolico e al tempo stesso concretissimo impegno delle istituzioni nei confronti delle donne e viceversa: al termine di una estenuante battaglia, il governo nazionale e quello della città hanno riconfermato che la Casa Internazionale delle Donne è territorio inviolabile, è bene comune, è luogo autonomo e al tempo stesso essenziale della città.
Per questo e molto altro oggi la Casa Internazionale delle donne ha deciso di rinnovare il proprio impegno per i prossimi venti anni, con tre giornate di incontri e confronti, che abbiamo chiamato “E/Venti di Femminismo”.
Il 13 novembre sarà “Festa alla Casa! La storia continua”. Festeggeremo il risultato del comodato gratuito per i prossimi 12 anni, alla presenza del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, scegliendo alcuni temi che rappresentano la complessità e pervasività del pensiero femminista, iscritti nella storia passata, presente e futura della nostra Casa: l’ambiente e la crisi climatica, i luoghi delle donne e i beni comuni, il confronto/conflitto con le istituzioni per un nuovo patto tra donne.
Il 25 novembre, nell’ambito della Giornata Internazionale contro la violenza alle donne, la riflessione continuerà sulle molte forme di violenza che sempre più colpiscono le donne, a partire dalla violenza virtuale e dal racconto sbagliato dei mass media, con la voce delle associazioni della Casa Internazionale delle Donne che operano direttamente sul campo.
L’11 dicembre sarà la giornata di celebrazione dei vent’anni della Casa e anche di tutti gli anni dal Governo Vecchio all’occupazione che sono venuti prima: un compleanno ricco di simboli e suggestioni a segnalare la tenace resistenza del filo tra passato presente e futuro e, al tempo stesso, l’inesauribile volontà di cambiare l’ordine delle cose e le gerarchie dei poteri.
Una continuità di speranza e di impegno