Giovedì 11 novembre alle ore 12,30 si è tenuto presso il Salone nelson Mandela della Camera del lavoro di Piacenza, dove è stato accolto dal Segretario della Cgil di Piacenza Gianluca Zilocchi, un affollato e appassionato incontro con Mimmo Lucano, nonostante l’orario non favorisse la partecipazione.
Naturalmente sono stati rispettati i protocolli di sicurezza riguardo le norme anti covid. L’incontro è stato organizzato dalla neo costituita rete “Piacenza solidale” ed ha visto la presenza di diversi amministratori tra cui i Sindaci di Calendasco, Gragnano e Sarmato oltre all’Assessore del Comune di Pontenure Modenesi e dei consiglieri comunali di minoranza di Fiorenzuola, Monticelli e Pontenure. Lucano è stato ben intervistato dal giornalista Mattia Motta, non ha voluto sconti ed ha chiesto al suo intervistatore di non farsi scrupoli e di porgli anche le domande che potevano sembrare scomode. Le sue risposte sono diventate una narrazione ben diversa della questione immigrati, dove questi sono finalmente tornati ad essere considerati come uomini e donne alla ricerca di un posto dove vivere e lavorare in pace. Durante l’incontro c’è stato tempo anche per un breve ricordo dell’ex Sindaco di Pontenure Adriano Paratici, che alla fine degli anni 80 gestì il Centro Accoglienza degli immigrati nel medesimo Comune e che investì nell’impegno tutta la sua passione politico amministrativa e l’umanità di cui disponeva ma che per questo fu spesso lasciato solo.
La rete Piacenza solidale è nata con l’ambizione di mettere insieme, più che le sigle, le persone, i cittadini, le cittadine ed i militanti pacifisti e impegnati nella solidarietà a 360°. L’impegno è quello di proseguire con l’obiettivo di fare informazione sulle vicende di Riace, della condanna di Mimmo e di affrontare le problematiche che in loco hanno bisogno di solidarietà e impegno sociale e politico.
- L’intervista di Roberto Lovattini (rete Piacenza solidale) a Mimmo Lucano
Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace, è stato condannato in primo grado a 13 anni e due mesi di reclusione nel processo “Xenia” che lo ha visto imputato per presunti illeciti nella gestione dei progetti di accoglienza dei migranti a Riace. La pubblica accusa aveva chiesto per Mimmo Lucano una condanna a 7 anni e 11 mesi e la sentenza ha sorpreso tutti: 13 anni e due mesi, quasi il doppio di quanto chiesto dall’accusa.
La vicenda di Lucano porta alla ribalta Riace un piccolo paese della Locride, assurto agli onori delle cronache per l’attività che ha saputo svolgere a favore degli immigrati e di una comunità locale che andava impoverendosi non solo di finanze, ma anche di abitanti. Un’attività che ha sovvertito il paradigma degli immigrati visti come un problema, un intralcio alla vita di chi abita in loco. Gli immigrati sono stati visti come fratelli da accogliere e come un’opportunità per far rivivere un paese che andava spopolandosi. Comunque la si pensi l’esperienza di Riace ha dimostrato che l’immigrazione si può gestire anche in modo diverso. L’idea dell’accoglienza nacque per caso quando, nel 1998 sulle coste di Riace andò a fondo una nave con a bordo dei profughi curdi e da Monsignor Bregantini partì l’appello per accoglierli e ospitarli. Poi quando Mimmo Lucano diventò sindaco, constatò che molte case erano disabitate e abbandonate dai migranti che non avevano più fatto ritorno al loro paese. Da qui l’accoglienza, il recupero dei ruderi per gli alloggi, il sistema di finanziamenti europei, il tessuto di microaziende artigianali solitamente gestite per metà dagli abitanti di Riace e dall’altra metà dagli immigrati. Per una volta sembrava che la Calabria ed il Sud in generale potessero far parlare di sé per iniziative positive e non per la ndrangheta o per i delitti di faida. Poi Mimmo Lucano è stato incriminato, messo agli arresti domiciliari e addirittura per diversi mesi gli è stato inibito l’accesso e la permanenza nel suo paese come un pericoloso “fuorilegge”, sino ad arrivare alla sentenza di un mese fa. Nel frattempo Lucano nel 2010 è stato 3° al Premio World Mayor (migliori sindaci al mondo) e nel 2016 è stato inserito al 40° posto nella lista Fortune dei leader più influenti al mondo.
Ecco le risposte alle domande.
- È una sentenza che a molti è parsa incredibile. Com’è possibile?
Lucano : Questa sentenza non contrasta solo con la mia lealtà e con la mia innocenza, ma anche con i dati delle istruttorie. È abnorme. È come se non avessero tenuto conto del dibattito processuale, soprattutto riguardo al reato di associazione mafiosa. Hanno legato tutto per raggiungere i 13 anni e 2 mesi di reclusione. Più di quello che darebbero a un assassino o a un condannato per mafia e questo mi sembra strano. Mi sembra quasi di dover ringraziare la procura per aver chiesto solo 7 anni e 11 mesi.
- Pensi ci sia una volontà politica dietro questa condanna?
- Lucano: Penso ci sia il tentativo da parte di una precisa parte politica di voler impedire che l’esempio di Riace possa trovare altri che vogliono proseguirla. Anche se non esiste un modello Riace, ma lì si è provato a dare una risposta al bisogno di accoglienza e di ridare vita ad un borgo che andava spegnendosi. Un tentativo generoso e umano di dare risposta ai problemi del territorio.
- Come ti senti in questo momento?
- Lucano: Potete immaginare da soli la risposta. Sul piano morale e politico per me è un grande contraccolpo, anche se nella vita ci sono cose ancora più gravi. La cosa peggiore è che rischio di portarmi dietro tutta la vita questa condanna sul piano morale. L’idea che qualcuno possa credere alle accuse mi sconvolge. Vorrei andare via, non so dove.
- C’è anche tanta solidarietà …
- Lucano: Sì. Probabilmente perché se consideriamo tutto quello che è stato fatto a Riace e se partiamo da questa sentenza la sproporzione tra reato e sentenza è evidente. Voglio ringraziare tutte le persone che mi sono vicine e mi sostengono. Anche solo con il pensiero.
- Lotterai ancora?
- Lucano: Si, ma non so come. Ovviamente i miei ideali non sono cambiati.
- Oggi vieni condannato per aver fatto del bene …
- Lucano: Mi sono trovato nelle condizioni di fare il sindaco in un periodo in cui in Italia c’erano continui sbarchi. La prefettura mi chiedeva continuamente di accettare sempre più persone ed io ho scelto di stare dalla parte di queste persone. Sono stato anche in grado di portare avanti i miei ideali sociali ed umani. Ma la Prefettura e il Ministero dell’Interno da una parte mi chiedevano aiuto e poi mi lasciavano solo a gestire le cose.
- La sproporzione di questa pena rispetto a quelle inflitte per reati di ‘Ndrangheta in Calabria fa sembrare tutto ancora più incredibile…
- Lucano: Certo nella Locride in particolare. Gli avvocati comunque non si rassegnano perché, anche su un piano tecnico giuridico, ci sono cose che non sono facilmente spiegabili. Per me è inconcepibile anche da un punto di vista umano e politico. Il Pm ha capito che non avevo interessi di tipo economico. Non ho ammazzato nessuno. Non sono della mafia anzi, provengo da ambienti di forte impegno sociale ed ho costruito il mio impegno politico e sociale proprio sull’antimafia. Non posso sopportare che si possa mettere in dubbio quel che ho cercato di fare. Che cosa mi rimane nella vita se non l’ orgoglio di essermi battuto con giustizia e onestà.
- Oggi rifaresti le scelte che hai fatto all’epoca?
Lucano: Rifarei tutto. Senza incertezze.
- Sei pentito della tua scelta di esserti dedicato completamente all’ impegno politico amministrativo?
- Lucano: No, non sono affatto pentito. Potrei essere pentito se involontariamente avessi fatto delle scelte che hanno causato male ad altri. Ultimamente stiamo assistendo al tentativo di criminalizzare l’accoglienza e la solidarietà. Penso a quanto successo a me ma penso anche all’attacco alle Ong che con le navi salvavano vite umane. C’è uno scontro di civiltà tra chi vuole preservare la dignità umana e accetta i problemi e li trasforma in risorse e chi pensa solo a se stesso e a proseguire un sistema che mette al primo posto il profitto. Dobbiamo ammettere che a livello elettorale noi siamo una minoranza. Abbiamo sempre perso. Ma gli ideali che abbiamo nel cuore sono giusti e grandi: solidarietà, fraternità, rispetto per tutti, nessuna discriminazione. Mentre Salvini propaganda l’odio, prima contro i meridionali ora contro gli immigrati. Può mostrare mille crocefissi, ma la realtà è che conduce una politica discriminatoria e disumana ben diversa dalle scelte di Monsignor Bregantini.
- Salvini di te ha detto che sei uno zero. Cosa gli rispondi?
- Lucano: Non mi importa di quello che pensa. Sono orgoglioso di essere uno zero e vorrei condividere questo orgoglio con tutti gli zero. Però è evidente che noi facciamo parte di un’idea e di una storia che vuole costruire città, paesi e nazioni a misura di essere umano e che spendiamo le nostre energie per questo. Tutto il contrario di quello che vuole lui.
- Ti aspetti qualcosa da parte dello Stato o del governo?
- Lucano: Non mi aspetto niente. Spero che la verità venga ristabilita e di poter continuare il mio impegno politico e sociale senza l’assillo di pensare che le persone dubitino della mia onestà. Ne approfitto per ringraziare voi piacentini che mi avete invitato in un momento così difficile per me.
Riconoscimenti ottenuti da Mimmo Lucano
- 2006 – Premio in “ricordo di Tom Benetollo”
- 2006 – Premio sostenibilità ambientale dalla Provincia di Roma
- 2010 – 3° al Premio World Mayor (migliori sindaci al mondo)
- 2015 – Premio per la Pace ed i Diritti Umani a Berna
- 2016 – <
- 2017 – Premio per la Pace Dresda
- 2018 – Cittadinanza onoraria dal comune di Milano
Murale contro la ‘ndrangheta a Riace
Musica – Cinema – Arte per Riace
- Nel 2010 il regista Wim Wenders realizza il cortometraggio Il volo, in cui il sindaco viene interpretato da Ben Gazzara.
- Nel 2016 il documentario Un paese di Calabria descrive Riace e il suo progetto di accoglienza dalla viva voce del sindaco Lucano e di alcuni suoi concittadini.
- Nel 2017 Picomedia, Ibla Film e Rai Fiction realizzano la miniserie Tutto il mondo è paese ispirata alla storia di Riace e di Mimmo Lucano (interpretato da Beppe Fiorello). Tuttavia, in attesa delle decisioni della magistratura la Rai aveva deciso di sospendere la messa in onda della fiction che non è più stata messa in onda.
- Nel 2019 un gruppo di cantanti e musicisti italiani ha pubblicato il manifesto di solidarietà È Stato il Vento – Artisti per Riace, per appoggiare il modello di integrazione e accoglienza di Riace.