L’appuntamento con Alaa, o per meglio dire con le parole di Alaa, è sabato 20 novembre a Milano, a Bookcity. Alaa Abd-el Fattah è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Tora, al Cairo. Vi ha trascorso sette degli ultimi otto anni, e il futuro prossimo non promette nulla di buono. Alla fine dell’ennesimo, lungo periodo in detenzione preventiva, un tribunale d’emergenza ha aperto contro di lui e altri due prigionieri politici un caso per il quale la corte si pronuncerà, senza appello, il prossimo 20 dicembre.
La figura più nota della rivoluzione di piazza Tahrir rimane, dunque, in cella. La sua vicenda ricorda – fatte le debite proporzioni – quella di Gramsci: una mente lucida, analitica, capace di leggere i grandi fatti internazionali e metterli in relazione con le dinamiche dell’Egitto e del Medio Oriente. Una mente che i generali egiziani, come Mussolini che volle impedire al cervello di Gramsci di funzionare chiudendolo in carcere, vogliono silenziare.
Alaa non è però invisibile. Le sue parole, i suoi scritti prodotti in gran parte proprio nel carcere di Tora, sono ora raccolti in un volume pubblicato dall’editore indipendente hopefulmonster, tradotti dall’arabo da Monica Ruocco. “Non siete stati ancora sconfitti”, questo il titolo approvato dallo stesso autore, è non solo un vero e proprio quaderno dal carcere. È una contronarrazione di quello che è successo in Egitto negli ultimi dieci anni. Una cronaca condita da analisi che permette di capire anche i casi che hanno toccato più da vicino il pubblico italiano: l’omicidio di Giulio Regeni e la prigionia di Patrick Zaki.
Il volume italiano di Alaa esce in contemporanea con l’edizione internazionale in inglese, pubblicata da Fitzcarraldo.
A parlarne a Bookcity Laura Cappon, Riccardo Noury, Marina Petrillo. A moderare la conversazione, Danilo De Biasio. Sabato 20 novembre, alle 18 al Museo del Risorgimento, per un incontro organizzato in collaborazione con il Festival dei Diritti Umani e la Fondazione Merz. Prenotazione e greenpass obbigatori.
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