Bravi e coraggiosi i dirigenti dell’Usigrai che hanno deciso di inserire il caso di Patrick Zaki nel loro congresso. Bravi perché occorre dare sempre più visibilità ad un ragazzo incarcerato da quasi due anni per aver espresso il proprio pensiero; e coraggiosi perché immagino che qualcuno avrà detto alla dirigenza dell’Usigrai: “ma che c’azzecca #PatrickZaki con i nostri salari, con il nuovo CdA della Rai, con gli spintoni agli inviati ai cortei no-green-pass…”
Patrick Zaki è presente all’assise sindacale attraverso l’aquilone con disegnata la sua sagoma e la scritta #freePatrickZaki. Per noi che l’abbiamo pensato e costruito si chiama “zakuilone”. Con noi s’intende Festival dei Diritti Umani, Amnesty International Italia e Articolo21: abbiamo reagito così quando abbiamo saputo del divieto degli aquiloni in Egitto. Due simboli che si univano: la prigione per Patrick e il divieto di un gioco; la libertà d’espressione mutilata e la libertà di svagarsi vanificata.
Da allora lo zakuilone ha volato davanti al Sacro Convento di Assisi e al Festival dell’aria di Cervia, a Milano a Spotorno e in altri molti cieli. Chi conosce il modello repressivo egiziano ci esorta ad andare avanti, perché sa che far rumore serve: se non hanno ancora buttato via la chiave della cella di Patrick Zaki è perché ci sono persone e associazioni che con queste iniziative ci ricordano la sua esistenza, come quella dei tanti prigionieri di coscienza, come di Giulio Regeni e di tutti i Giulio Regeni del mondo.
Questi mesi di volo hanno reso evidente una divaricazione netta:
così come erano tante, spontanee e belle le iniziative di solidarietà, è scandalosamente grave il silenzio del Governo italiano, che sta facendo oggettivamente poco o niente. Il congresso dell’Usigrai si svolge a San Donato Milanese e chiunque conosce un poco di storia d’Italia sa che è la capitale del colosso dell’energia e della politica estera italiana: l’ENI. Sarebbe bello se i giornalisti Rai consegnassero un semplice messaggio: in un periodo storico dove conta la reputazione l’ENI metta in campo la sua forza non solo per il business ma anche per i diritti umani. Vittorio di Trapani, segretario uscente dell’Usigrai ha detto di aver accolto il messaggio e che la prima richiesta è per il Governo perché accolga le sollecitazioni del Parlamento per dare la cittadinanza italiana a Patrick Zaki.
Ma visto che ho avuto la fortuna di essere invitato a quel congresso per parlare dello zakuilone ho voluto aggiungere un invito proprio ai giornalisti Rai: quell’aquilone ha volato in tanti posti d’Italia, centinaia di bambini hanno ricalcato l’immagine di Zaki sui loro piccoli aquiloni, decine di città hanno concesso la cittadinanza onoraria a Zaki. Guardandosi intorno ci sono centinaia di iniziative ogni giorno per la giustizia climatica, per la solidarietà con i migranti, per gli aiuti a chi è in difficoltà economica. Volontariato, solidarietà, impegno. L’invito ai giornalisti Rai è di far entrare questo fermento positivo nei vostri tg e gr, inserirli nelle scalette, allargate le vostre agende. Non fate una cortesia al Festival dei Diritti Umani, ad Amnesty International o all’associazioni per i cani abbandinati: vi tufferete nella realtà, darete una mano a chi subisce le ingiustizie. E forse aiuterete il giornalismo a recuperare il contatto con le persone.