Nulla è impossibile, verrebbe da dire dinanzi a quanto sta accadendo ai Maneskin. Pochi anni fa suonavano per strada, in via del Corso, a Roma. Poi il debutto, con tanto di secondo posto a X Factor 2017. E lo scorso anno l’incredibile doppietta: vittoria prima al Festival di Sanremo e poi all’Eurofestival (dove l’Italia aveva vinto solo nel 1964 con Gigliola Cinquetti e nel 1990 con Toto Cutugno).
Ma quello che sta succedendo ai quattro ragazzi romani, nati fra il ‘99 e il 2001, in questi giorni negli Stati Uniti è al di là dei sogni più folli e lisergici. Prima la pubblicità a Times Square, poi l’apparizione in tv nel popolarissimo Tonight Show di Jimmy Fallon, ora l’apertura del concerto dei Rolling Stones a Las Vegas, all’Allegiant Stadium. Con Mick Jagger che, salito sul palco, li congeda con un affettuoso e quasi cameratesco “Grazie mille ragazzi” (rigorosamente in italiano).
I Maneskin insomma sembrano proprio aver conquistato l’America. E lo stanno facendo con suoni, approccio e atteggiamenti rock. Sì, perché una vita fa (1958) già Domenico Modugno era arrivato ai vertici delle classifiche a stelle e strisce, ma con “Volare”, dunque con la melodia italiana. Idem, in anni più recenti, con Luciano Pavarotti prima e Andrea Bocelli dopo. E anche gli italiani che qualche successo oltreoceano lo hanno colto (Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Zucchero, pochissimi altri…), pur senza mai arrivare ai vertici, proponevano e propongono un genere che, con coloriture diverse, affonda comunque le radici nella musica di casa nostra.
I Maneskin no. Loro picchiano duro, duro e vibrante come il rock dalle influenze anni Settanta che ti buttano addosso, persino con una sorta di sfacciata spavalderia. A Las Vegas hanno proposto, narrano le cronache, uno spettacolo “convincente e potente, una performance spavalda, senza alcun timore reverenziale e acclamata dalle migliaia di spettatori in attesa degli Stones”.
“Hello Las Vegas! È un onore essere qui e avere la possibilità di suonare sul palco della band più grande di sempre”, le prime parole del frontman Damiano. Poi quaranta minuti di sano e solido rock. Siamo fuori di testa, ma diversi da loro… Signori, giù il cappello dinanzi ai Maneskin. Con loro davvero nulla è impossibile.