“Morra rivuole l’indennità”, “Ora Morra rottama pure il suo spirito anticasta e chiede 1.300 euro” e il Corriere della Sera “la giravolta dell’ex “duro e puro” . Definito vanitoso, indagato per diffamazione per le frasi sulla Presidente della Calabria Jole Santelli prematuramente deceduta , protagonista di un blitz nel centro vaccinale di Cosenza, il 22 ottobre scorso Nicola Morra, attualmente Presidente della Commissione Antimafia ha scritto alla Presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati per riavere l’indennità cui aveva rinunciato per essere, come scrive Fabrizio Ronconi sul Corriere della Sera, “un grillino virtuoso”.
Senatore , lei è più Presidente dell’Antimafia o più grillino pentito? La richiesta di questi soldi l’ultimo schiaffo ai suoi ex compagni di viaggio?
“ Pensavo che la Commissione, essendo una commissione d’inchiesta, dovesse studiare al meglio la fenomenologia mafiosa per suggerire al Parlamento innovazioni normative al fine di correggere le eventuali lassità, le eventuali criticità. Poi mi sono reso conto che di tutto questo lavoro il Parlamento, almeno questo Parlamento, non tiene conto. Questo lavoro di sollecitazione viene fatto da tantissimi soggetti che definirei “portatori di ragioni sane”. Ecco, di tutte queste ragioni il legislatore attualmente non ne considera alcuna. Faccio un esempio: Il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho nel 2017, davanti alla Commissione Giustizia della Camera sollecitò un provvedimento normativo per fare dialogare alcuni software della pubblica amministrazione (INPS, Agenzia delle Entrate, Camere di Commercio) con la stessa Procura Antimafia, per trasferire informazioni utili sul versante economico e finanziario. Sappiamo, infatti, che la criminalità organizzata è diventata un network economico- finanziario; se noi- ricordando la lezione di Falcone- riuscissimo a seguire i soldi e a sottrarre gli stessi alle organizzazioni mafiose, avremmo ottenuto un risultato straordinario. Siamo a fine 2021… per caso si è ottenuto qualcosa? Eppure questo è un argomento che i miei ex colleghi di forza politica mi hanno sentito ripetere non so quante volte. Altro esempio: se non sbaglio il 512 bis del Codice Penale e cioè il trasferimento fraudolento di beni viene sanzionato con una pena che va da 2 a 6 anni per chi trasferisce la proprietà di un bene al fine di occultare lo stesso agli inquirenti ad esempio, mentre il beneficiario non viene assolutamente sanzionato. Ergo si tratta del classico “buffetto” sulla guancia. Non deve stupire allora che il nostro Paese consenta, nell’ambito della criminalità economica, di ricorrere a tantissime “teste di legno” cui nascondere le proprietà, immense, delle mafie e non solo. Ecco, a fronte di queste sollecitazioni plurime e ripetute c’è stato per caso un qualche intervento da parte di qualche esecutivo o del legislatore?”
La relazione della sua commissione Antimafia segnalerà questa incapacità del Paese a contrastare le mafie o si limiterà a fotografare l’esistente?
“La relazione nasce dalla collazione delle relazioni dei diversi Comitati che sono stati istituiti e che hanno lavorato durante la consiliatura della legislatura. Alcuni comitati stanno lavorando in modo efficace, altri hanno avuto difficoltà ad operare per motivi diversi: piaccia o non piaccia questa è la legislatura della pandemia. Abbiamo da poco ripreso a spostarci sul territorio e le posso anticipare che sto valutando anche l’ipotesi di una missione in un luogo simbolo di un’organizzazione mafiosa appunto per violare un santuario della stessa, perché lo Stato democratico non può accettare che vi siano sul suo territorio poteri criminali a minare l’applicazione dei principi costituzionali e repubblicani.
Quali sono i comitati che lei ritiene fondamentali?
“Quello, ad esempio, sulle infiltrazioni nella Sanità, perché operando già uno strumento legislativo che prevede lo scioglimento delle Aziende Sanitarie può far fare il salto di qualità nel fronteggiare l’avanzata delle mafie nei settori a maggior redditività dell’economia legale. Se pensiamo agli scioglimenti di Aziende Sanitarie e rileviamo che delle 6 sciolte 5 sono calabresi, capiamo anche tanto della virulenza dei nessi fra ‘ndrangheta e politica, poiché le Aziende Sanitarie sono diretta espressione della politica regionale. Attualmente le due commissariate sono in Calabria, Reggio Calabria e Catanzaro.
Altro comitato importante è quello che lavora sulle infiltrazioni e aderenze nel mondo della cosiddetta massoneria deviata. Tra non molto inizierà un processo presso il Tribunale di Trapani che riguarda una loggia che era stata già oggetto di indagine della magistratura nel 2019. Il PM è lo stesso che rilevò la presenza della Loggia Iside, sempre a Trapani, nel famoso circolo Scontrino.”
Comunque la Commissione risente dei cambi di maggioranze politiche e delle scelte delle forze parlamentari di Camera e Senato. Abbiamo avuto durante questa legislatura maggioranze variabili, con conseguenze importanti anche nella partecipazione ai lavori della commissione stessa.”
Che cosa comporta per un Presidente di Commissione Antimafia trovarsi in un ciclone di polemiche, come in questi giorni. Un lavoro così importante come quello della Commissione ritorna in un ambito tutto e solo politico. Sembra una diatriba tra Cinque Stelle. Dicono che si stia mettendo da parte i soldi per quando tra poco dovrà tornare a fare il professore di storia e filosofia….
“Dell’insegnamento parlo dopo. Vorrei solo dire che la Commissione non riesce a comunicare efficacemente e non ha componenti che comunichino ciò che stiamo facendo. Lei vede componenti della Commissione spiegare su giornali od in trasmissioni tv le cose che io le ho solo brevemente accennato? Non esiste e non è stato istituito nessun ufficio stampa per veicolare correttamente il nostro lavoro e non sembra che la cultura dell’antimafia interessi tanto al paese. Mi sono reso conto con il passare del tempo della necessità di costringere il mai stream a spostare l’attenzione dai protagonisti ai contenuti, alle questioni di merito. Noi abbiamo sempre detto che importanti sono i contenuti che dobbiamo promuovere e condividere per fare crescere la coscienza civile del paese. Ho pensato dunque che come altri colleghi hanno devoluto la loro indennità di funzione ad esempio alla Protezione Civile, sarebbe stato utile in questa fase dotarmi di una risorsa umana, un giornalista da pagare anche con la mia indennità di funzione in attesa di istituire se possibile un vero e proprio ufficio di comunicazione per la Commissione Antimafia.
Delle volte è necessario dare correttamente notizia di eventi che riguardano l’attività della Commissione, anche per memoria storica della stessa. Faccio un esempio: nel luglio del 2020 ho incontrato l’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte insieme a consulenti della commissione. Chiedevamo controlli preventivi per le erogazioni fatte dallo Stato a soggetti economici affinché tali erogazioni non potessero diventare una occasione per la criminalità organizzata: di quell’incontro conservo viva memoria così come le persone che mi avevano accompagnato, ma nulla si è saputo delle proposte avanzate, anche perché nulla è stato accettato dal Governo. E quando scopro che, nel decreto legge sulla gestione dei Fondi del PNRR e sul rafforzamento del sistema di prevenzione antimafia, le interdittive antimafia – cresciute significativamente negli ultimi anni, sebbene a macchia di leopardo in virtù delle differenti sensibilità delle Prefetture – piuttosto che essere messe a sistema e rafforzate, vengono al contrario indebolite attraverso l’introduzione dell’istituto del contraddittorio preventivo e della “agevolazione occasionale”, sento il bisogno che queste notizie abbiano il giusto spazio sui media in modo corretto. Con il giusto rapporto tra il servizio pubblico, la Rai, che dovrebbe rappresentare lo strumento principe con cui veicolare i famosi contenuti per i quali mi sono sempre battuto. Ecco, ho chiesto quanto per legge mi spetta, esattamente come già chiesto a due mie precedenti capigruppo, per utilizzare quei fondi per supportare meglio il lavoro che stiamo facendo come commissione. Quando poi dovrò tornare a fare l’insegnante sarò fiero di tornare a fare quello che ho scelto come il mio lavoro della vita. Sarebbe ora di considerare l’insegnamento per quello che è, ovvero un lavoro fondamentale per la creazione di un contesto politico e sociale democratico, ma soprattutto per la stimolazione di intelligenze che possono fare di questo mondo un Paradiso, sempre che lo si voglia.
Senatore a gennaio 2020 il Procuratore Prestipino ha ricordato la difficoltà di portare a conclusione indagini in provincia di Latina per le infiltrazioni tra le Forze dell’Ordine. Proprio da queste sono state fatte delle soffiate che hanno affossato alcune indagini. E’ una dichiarazione che Prestipino ha fatto in Commissione Antimafia ed è di una straordianaria attualità. Cosa ne pensa?
“Stiamo parlando di un livello di corruzione molto più diffuso di quanto non si possa ipotizzare, corruzione che si riscontra sia nella PG che all’interno della magistratura. Ricordo a tutti la vicenda dell’ex Procuratore aggiunto della DDA di Catanzaro, dott. Luberto, trasferito in fretta e furia per volontà del CSM e del Ministero al Tribunale Civile di Potenza e su cui, ad onor del vero e per fortuna, non grava più l’accusa di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso, pur continuando a gravare l’accusa di corruzione in atti giudiziari.
Come diceva Chinnici la mafia è guidata da una crudele vocazione alla ricchezza, volontà di accumulazione di capitale e lo stesso Falcone diceva che bisognava seguire i soldi: oggi con i Fondi in arrivo del PNRR dobbiamo pensare che quella contro la mafia è una guerra e quindi si devono prevedere e prevenire le mosse dell’avversario.
La pandemia ha creato problemi a livello di tutte le amministrazioni e anche la Commissione ne ha risentito, ma certo dobbiamo considerare un fatto che viene sottolineato anche da un magistrato come Sebastiano Ardita che io stimo moltissimo e cioè che noi guardiamo al 416 bis ma ciò che oggi ci deve fare paura è il 110c.p., il concorso esterno. Il colletto bianco, apparentemente pulito e cristallino che si associa e poi scompare dopo aver concorso in reati per ottenere vantaggi.
Rispetto alle querele temerarie contro i giornalisti e alla necessità di una legge che ci uniformi al resto d’Europa, la necessità che i giornalisti abbiano la forza economica e il coraggio di continuare a fare inchieste, su questo la Commissione cosa fa?
“Come Movimento 5 Stelle- dico ancora noi- avremmo dovuto tutelare una categoria formidabile per la salute della democrazia, quando questa categoria interpreta il ruolo come Giancarlo Siani da giornalista-giornalista e non da giornalista-impiegato, portando in aula un nostro disegno di legge volto a tutelare la libertà di informazione, distinguendola dalla libertà di screditamento o diffamazione.
E c’era uno strumento di cui lo stesso Beppe Grillo ha spesso parlato, ovvero la richiesta alla parte attrice della querela di una cifra pari al doppio di quanto si chiedeva al giornalista che presumibilmente aveva diffamato qualora l’esito fosse stato negativo per la parte attrice e per diminuire il contenzioso e renderlo strettamente necessario a quei casi in cui ci fosse lesione della onorabilità o della immagine. Questo disegno di legge non è stato sottoposto all’attenzione del Parlamento e credo che non lo sarà mai anche perché di fatto l’iniziativa legislativa è monopolio del Governo.
Stiamo solo convertendo decreti legge e quei pochi disegni di legge d’origine parlamentare come il ddl Zan fanno una brutta fine…..
Morra nel gruppo misto, Morra fuori dai 5 Stelle, Morra dove in futuro?
Sento che nel Paese c’è una diffusa domanda sui temi della Giustizia Sociale e ci sono tanti cittadini che vogliono riaffermare la centralità di un insegnamento di Paolo Borsellino ovvero che questo Paese si potrà liberare della mafia solo se questa sarà una battaglia di popolo ovvero una battaglia di tutti.