L’urlo disperato dei morti sul lavoro

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“Non voglio morire!”. È l’urlo disperato che si sente in una telefonata al 118, lanciato dall’operaio delle acciaierie ThyssenKrupp Giuseppe Demasi investito da un’ondata di fuoco nella tragica notte torinese del 6 dicembre 2007 che vide morire lui e altri sei operai della Linea 5.

Quelle terribili urla sono diventate il titolo di un libro, scritto da Stefano Peiretti per Echos edizioni, presentato alla stampa il 5 novembre 2021 nella sede torinese di Sicurezza e Lavoro, per raccontare una delle più grandi tragedie italiane sul lavoro, attraverso personaggi di fantasia e le reali testimonianze dei familiari delle sette vittime.

È stato un cammino di memoria, rabbia, emozioni – ha dichiarato l’autore Stefano Peiretti – che mi ha tagliato il cuore. È un lavoro di memoria, durato due anni e mezzo, che vuole parlare ai giovani di un tema delicato come quello delle morti sul lavoro.

Per noi familiari raccontarci in un libro ha riaperto una ferita mai completamente rimarginata – ha affermato Rosina Platì, mamma dell’operaio Thyssen Giuseppe Demasi – ma lo abbiamo fatto perché vogliamo rimanga memoria della tragedia ThyssenKrupp, di una strage causata da gente senza scrupoli che, per risparmiare, ha ucciso sette operai, nell’indifferenza dello Stato. Volevamo fare capire – ha aggiunto – quanto erano felici prima le nostre famiglie, anche senza saperlo, e come sono state distrutte le nostre vite dopo il rogo nella fabbrica.

Il lavoro dovrebbe realizzare i sogni delle persone – ha spiegato Antonio Boccuzzi, l’ex operaio scampato fortunosamente al rogo, autore della prefazione del volume – ma talvolta invece spezza le vite di tante famiglie. Mi auguro che questo urlo e questo libro siano un monito e convincano imprenditori e istituzioni a porre più attenzione alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Continuiamo a seguire i familiari della tragedia ThyssenKrupp – ha ribadito Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro, che supporta l’iniziativa – e con loro le tante, troppe vittime dimenticate di infortuni sul lavoro e malattie professionali. Oltre a vigilare su imprese e a promuovere formazione di qualità e continua durante l’intera vita lavorativa – ha precisato – non bisogna dimenticarsi di chi ha perso qualcuno sul lavoro e di chi ha subito un infortunio o si è ammalato: assistere e dare voce alle vittime e ai loro cari non è solo un dovere, ma è fondamentale per sensibilizzare cittadinanza, istituzioni e datori di lavoro su una piaga italiana ancora lontana dall’essere guarita.

Il libro, in fase di pubblicazione, verrà presentato al pubblico lunedì 6 dicembre 2021 alle ore 18.00 a Torino, in occasione delle Settimane della Sicurezza, in programma dal 29 novembre al 12 dicembre 2021.

Loredana Polito

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