L’attacco a Memorial Internazionale: come, quando, perché

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Memorial internazionale, storica organizzazione per i diritti umani e per la memoria delle vittime del terrore staliniano, fondata da dissidenti sovietici tra i quali il premio Nobel Andrej Sacharov, rischia di essere chiusa.

La notizia è arrivata l’11 novembre 2021, quando la Corte Suprema della Federazione Russa ha notificato a Memorial Internazionale che la Procura Generale aveva presentato un’istanza di scioglimento dell’organizzazione per le ripetute violazioni della legislazione sugli “agenti stranieri, in particolare per non aver etichettato i propri materiali dichiarando il proprio status di agente straniero”. Poche ore dopo è stato comunicato che la stessa istanza era stata indirizzata anche al Centro di difesa dei diritti umani “Memorial” e riguardava tutte le sedi di Memorial della Federazione Russa (sono più di 60).

Il provvedimento sugli “agenti stranieri”, varato nel 2012, colpisce organizzazioni che ricevono fondi da enti finanziatori esteri e svolgono nel paese attività politiche: la sua sostanza giuridica è volutamente vaga e imprecisa in modo da permettere alle autorità di colpire indiscriminatamente tutte le organizzazioni che non sono allineate all’attuale governo, principalmente gli organi di informazione indipendenti, o trattano temi non apprezzati dal Cremlino, quali l’ambiente o la tutela delle minoranze sessuali. Fin da subito Memorial Internazionale aveva condannato l’uso di questa legge, definendola uno strumento per reprimere le organizzazioni indipendenti, e insistendo per la sua abrogazione. Nel 2016 la stessa Memorial era stata inclusa nel registro degli “agenti stranieri” e costretta a pagare multe elevate per supposte violazioni degli obblighi sanciti dal provvedimento.

La notizia della richiesta di chiusura dell’associazione, per quanto sconcertante, non sorprende del tutto; in Russia è in atto da qualche tempo una nuova ondata di repressioni: grazie ai nuovi emendamenti della legge sugli agenti stranieri decine di organizzazioni, singoli giornalisti, o semplici individui che distribuiscono informazioni o esprimono una forma di militanza e attivismo civile possono essere etichettati in questo modo e subire danni economici o, peggio ancora, limitazioni alla propria libertà. Parimenti, cresce a dismisura il numero dei detenuti politici (tra cui lo storico Jurij Dmitriev, da anni impegnato nella tutela della memoria delle vittime staliniane e, recentemente, Sergej Zuev, rettore della prestigiosa Scuola Superiore di scienze economiche e sociali “Šaninka”, senza contare il più famoso oppositore di Vladimir Putin, Aleksej Naval’nyj), tanto da poter essere paragonato a quello del periodo tardo sovietico.

Memorial Internazionale nasce nel 1987 con l’obiettivo di ripristinare la verità storica sulla repressione politica di massa durante l’epoca sovietica. Negli anni è riuscita a creare un archivio unico al mondo contenente informazioni dettagliate sulle vittime delle repressioni politiche, in particolare del periodo staliniano. Da sempre impegnata nella conservazione e diffusione di materiale di carattere storico, con il tempo, ha iniziato a occuparsi anche della tutela dei diritti umani, facendosi garante della libertà d’espressione nel territorio della Federazione Russa e dello spazio post-sovietico e mettendo la propria competenza al servizio degli altri, come testimonia, tra i tanti, il lavoro di Andrej Mironov, ucciso nel 2014 insieme al fotografo Andrea Rocchelli. Alle molte associazioni sparse sul territorio russo si sono aggiunte dieci sezioni estere, tra cui Memorial Italia, guidata fino a quest’anno da Francesca Gori, una delle fondatrici, e ora presieduta da Andrea Gullotta.

Il contributo costruttivo al miglioramento della società svolto da Memorial Internazionale nelle sue molteplici istanze è incalcolabile: mostre, conferenze, progetti nelle scuole, visite guidate, pubblicazioni – dalla sua fondazione l’associazione è diventata un punto di riferimento per centinaia di migliaia di cittadini consapevoli e informati. La sua “liquidazione” porterebbe a uno sconvolgimento delle relazioni tra stato e società civile con conseguenze disastrose per l’intero Paese e per i suoi rapporti multilaterali con il resto del mondo.

La reazione di tutti i Memorial europei è stata unanime e di massima solidarietà agli amici e colleghi russi. L’impegno è continuare le battaglie intraprese ed esercitare la massima pressione possibile sugli organi di controllo perché fermino questo manifesto abuso di potere.

L’udienza si terrà il 25 novembre alle 11.

Giulia De Florio, ricercatrice Università Modena/Reggio Emilia a nome di Memorial Italia


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