“Sono felicemente omosessuale e non sposerei mai la Binetti, sono felicemente omosessuale, felicemente ricordatelo Binetti, fe-li-ce-men-te“. Con queste parole – tratte da un dibattito andato in onda durante la trasmissione televisiva Tetris del 2007 – si apre il documentario biografico Let’s Kiss – Storia di una rivoluzione gentile di Filippo Vendemmiati; un intenso, ironico, commovente e lucidissimo viaggio nella vita di Franco Grillini, storico attivista per i diritti LGBT+ e tra i fondatori del Centro Il Cassero di Bologna.
La voce del “Grillo” continua sui titoli di testa: “Busone per l’Emilia Romagna, buliccio per la Liguria, caghineri per la Sardegna, puppo per la Sicilia – da Ragusa fino a Catania -, a Palermo si dice iarruso, a Roma si dice ricchione, frocio, finocchio”, e con la stessa limpidezza, consapevolezza e profondità, ci accompagna, raccontandosi, per tutto il documentario.
Il ritratto di Grillini si compone nel passaggio veloce di immagini e pensieri attraversati da una luce invetriata: l’alba a New York, dorata e cinerina, che si specchia sui grattacieli, la vetrina sfrontata e gioiosa dello Stonewall Inn, il Greenwich Village tappezzato di bandiere, manifesti e murales arcobaleno, in occasione del Gay Pride del 2019.
La felicità ironica dei fotogrammi d’oltreoceano trova un controcanto sommesso nei ricordi d’infanzia di Grillini; identica la levità dei toni, più quieta la dimensione. Aiutandosi con un bastone, passeggia con un amico nella campagna bolognese, in mezzo ai campi di mais. Ad ogni passo tornano in vita episodi e personaggi degli anni ’50, quell’atmosfera, quell’autenticità intrisa di cose semplici, di abitudini arcaiche, di miseria vista col grandangolo colorato dei bambini, di lessico famigliare e regionale.
Persino al mieloma multiplo, diagnosticato nel 2007, ha reagito con determinazione, senza nascondersi, convinto che non fosse tempo di morire. La volontà di mostrarsi al mondo senza sentimenti di vergogna e controbattere con educazione e fermezza i pregiudizi e i luoghi comuni dei molti Torquemada fuori tempo massimo che ancora oggi rendono l’Italia un paese a civiltà limitata – come esempio potremmo citare Paola Binetti –, rappresenta l’elemento, innovativo e insieme antico, che ha reso Grillini una personalità unica nel panorama pubblico del nostro paese. L’etica di chi conosce la durezza della vita e desidera che la felicità arrivi a illuminare i giorni di tutti, la pacatezza di chi è conscio di sé e si oppone all’ipocrisia curiale, il nitore di chi ha conservato il legame con le radici, innervano l’episodio in cui Grillini – commosso durante il racconto – porta la mamma a Roma per farla sedere sulla sua poltrona di parlamentare (è stato deputato Ds nel 2001 e l’Ulivo nel 2006), perché lei lo meritava.
Decenni di manifestazioni, battaglie in Parlamento, dignità e orgoglio culminano nell’emozione provata da Grillini l’11 maggio del 2016, quando riceve una telefonata da piazza di Trevi, dove si sta festeggiando l’approvazione della proposta di Legge 3634 “Regolamentazione delle unioni civili fra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”. A Grillini, assente a causa della malattia, gli attivisti rivolgono un lungo e intenso applauso e un pensiero pieno di riconoscenza: se siamo qui è anche grazie a te.
Let’s Kiss
Regia Filippo Vendemmiati
Soggetto e sceneggiatura Filippo Vendemmiati e Donata Zanotti
Fotografia Carlotta Cicci, Simone Marchi, Stefano Massari
Musiche Paolo Fresu
Montaggio Stefano Massari
Durata 90 minuti
Uscita 2020
Una Produzione Genoma Films