Il reddito di libertà: una misura destinata alle donne

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Il Reddito di Libertà è una misura destinata alle donne vittime di violenza, e si pone l’obiettivo di favorire, attraverso l’indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne in condizione di maggiore vulnerabilità e povertà.

A tale riguardo, l’articolo 3, comma 5, del D.P.C.M del 17 dicembre 2020, prevede che il Reddito di Libertà sia finalizzato a sostenere prioritariamente le spese per assicurare l’autonomia abitativa e la riacquisizione dell’autonomia personale, nonché il percorso scolastico e formativo dei figli/delle figlie minori; inoltre non è incompatibile con altri strumenti di sostegno al reddito come il Reddito di cittadinanza o altri sussidi economici anche di altra natura (ad esempio, Rem, NASpI, Cassa integrazione guadagni, ANF, ecc.).

La misura consiste in un contributo economico, concesso nella misura massima di 400 euro mensili pro capite, elargito in un’unica soluzione per il periodo massimo di un anno, comunque è bene leggere la circolare Inps 8 novembre 2021, n.166 https://servizi2.inps.it/servizi/CircMessStd/VisualizzaDoc.aspx?tipologia=circmess&idunivoco=13584

Destinatarie del contributo

Sono le donne residenti nel territorio italiano che siano cittadine italiane o comunitarie oppure, in caso di cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno o aventi lo status di rifugiate politiche o lo status di protezione sussidiaria.

Come presentare istanza

Il beneficio viene riconosciuto dall’Inps, mediante presentazione telematica dell’istanza su una specifica piattaforma collegata ai comuni italiani.

Posso inoltrare la domanda le donne interessate o un loro delegato, per il tramite del comune di residenza, utilizzando il modello allegato alla circolare diramata. Il dipendente comunale inserisce la domanda, accedendo al servizio online del portale Inps, alla sezione “Prestazioni sociali dei comuni” e selezionando “Prestazioni sociali: trasmissione domande, istruzioni e software”.

Le domande presentate devono essere conformi a pena di caducità e devono avere a corredo l’attestazione della condizione di bisogno ordinario o la condizione di bisogno straordinaria e urgente, rilasciata dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale, e la dichiarazione che attesta il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso dalla donna, rilasciata dal legale rappresentante del centro antiviolenza.

Successivamente alla trasmissione il sistema effettuerà una breve istruttoria automatizzata, che verificherà la correttezza formale e la capienza del budget e la titolarità dello strumento di pagamento (codice Iban) indicato. Le domande non ammesse per insufficienza di budget potranno essere accolte anche in un secondo momento.


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