ITALIA -BIRMANIA.INSIEME, a seguito del Comunicato Stampa de Consiglio di Sicurezza ONU di questa settimana, sulla gravissima situazione umanitaria in Birmania/Myanmar, sottolinea che stante i gravissimi e continui bombardamenti e le atrocità genocide commesse dai militari nel paese soprattutto nelle ultime settimane, che hanno costretto quasi tre milioni di persone in condizioni drammatiche di bisogno, e lo sfollamento ulteriore di oltre 250.000, in particolare nel Myanmar nord occidentale, è necessario attivare una risposta umanitaria che dia potere agli attori locali e che ne eviti la gestione da parte della giunta, che come è successo in passato e sta avvenendo ancora oggi, si impadronisce degli aiuti, deviandoli per gestirli pro domo sua e, per sfruttare la crisi umanitaria: “per raggiungere un accordo a suo vantaggio.
Per questo è urgente e necessario attivare una risposta umanitaria efficace che dia potere agli attori locali”.
Inoltre, come sottolineato da SAC-Myanmar, le reti umanitarie e mediche locali, compresi i fornitori di servizi etnici, le organizzazioni comunitarie e della società civile, oltre a dover affrontare attacchi quotidiani da parte delle forze della giunta, sono ostacolati da procedure burocratiche lunghe settimane e, da requisiti onerosi, imposti loro da donatori e agenzie internazionali, con conseguente ulteriore perdita di vite umane.
“L’unico modo per soddisfare le richieste fatte dal Consiglio di sicurezza questa settimana,” continua il SAC-Myanmar “è che la comunità internazionale onori i propri impegni per garantire la localizzazione dell’assistenza umanitaria”, ha affermato Marzuki Darusman del SAC-M. “I soccorsi devono includere il rafforzamento dell’infrastruttura umanitaria e medica esistente che è già in atto ed gestita dal NUG, dalla società civile e da varie comunità etniche”.
I donatori internazionali, tra cui l’ASEAN, l’UE, il Regno Unito, gli Stati Uniti e le agenzie delle Nazioni Unite, devono collaborare con gli attori locali e indirizzare gli aiuti umanitari attraverso i canali transfrontalieri. Un approccio interpersonale per sfruttare le reti comunitarie esistenti è veloce, adattivo e basato sulla fiducia. Questo è essenziale, poiché l’esercito del Myanmar ha una storia di sfruttamento delle crisi umanitarie, per ottenere vantaggi politici. Questo è stato il caso degli effetti del ciclone Nargis, sulla scia del quale i militari hanno indotto in errore la comunità internazionale ad accettare la sua gestione della crisi, dandogli legittimità al suo continuo controllo del paese. Non si deve permettere che accada di nuovo”.
“È fondamentale che l’assistenza umanitaria non incoraggi, legittimi o in altro modo rafforzi la giunta militare, la fonte della violenza che da tempo avvolge il Myanmar”, ha affermato Chris Sidoti del SAC-M. “La giunta è la causa della sofferenza del Myanmar. Non è un partner per la consegna degli aiuti”.