Sono almeno 31, secondo un ultimo bilancio ancora provvisorio riferito dall’Eliseo, i morti nel naufragio di un’imbarcazione di migranti al largo di Calais, sulla Manica. Il primo ministro francese, Jean Castex, parla di “una tragedia”. Si trattava di migranti diretti dalla Francia verso la Gran Bretagna. Secondo il ministero dell’Interno, “verso le 14 un pescatore ha segnalato la scoperta di una quindicina di corpi che galleggiavano al largo di Calais. Una nave della Marina nazionale ha ripescato diversi corpi, cinque dei quali di persone decedute e cinque in stato di incoscienza, secondo un bilancio provvisorio”. “La Francia non lascerà che la Manica diventi un cimitero”: lo afferma il presidente francese, Emmanuel Macron. Il presidente francese, oggi a Roma per la firma del Trattato del Quirinale con il premier Mario Draghi, invoca inoltre un “rafforzamento immediato dei mezzi dell’agenzia Frontex alle frontiere esterne dell’Ue”. E chiede una “riunione d’urgenza dei ministri europei implicati nella sfida migratoria”, assicurando che la Francia “farà tutto il necessario per ritrovare e condannare i responsabili”.
L’ampliamento delle possibilità di ricongiungimento familiare con parenti che vivono in Europa, stabilire programmi di resettlement per quote siginificative di rifugiati, prevedere in modo sistematico visti di ingresso e canali umanitari che consentano l’ingresso in Europa in modo legale e sicuro, permetterebbero una distrubuzione razionale e programmata in tutti gli Stati europei.
Nonostante il dichiarato intento di porre fine al traffico di esseri umani, non abbiamo ancora visto un impegno europeo significativo su questo tipo di misure, che sono le uniche in grado di contrastare effettivamente lo smuggling.
Padre Camillo Ripamonti, Presidente Centro Astalli: “Assurdo pensare di poter fermare chi si mette in cammino in cerca di salvezza. Bisogna agire e programmare per accogliere e integrare in maniera costruttiva ed efficace. L’Unione europea, sempre più chiusa in se stessa, sempre più ripiegata sui propri confini, sulle proprie paure, ha rinunciato deliberatamente alla sua vocazione di essere baluardo di civiltà e democrazia. Erigere muri, bloccare i migranti in paesi non sicuri e lasciar morire non possono essere le soluzioni al complesso fenomeno delle migrazioni”.