BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

“Ci vogliamo vive”. A Roma la marcia contro la violenza sulle donne

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Con ‘Non una di Meno’, sono scese in piazza oggi a Roma migliaia di donne. Marcia da Piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni contro la violenza sulle donne. “Dopo due anni di pandemia torniamo in piazza al grido ‘Ci vogliamo vive’, uno slogan che sintetizza bene le condizioni aggravate dalla pandemia, durante la quale le donne hanno vissuto una grade crisi economica e sociale”, ha detto Serena di Non una di Meno, poco prima della partenza del corteo. “La pandemia ha aggravato ulteriormente anche le condizioni di violenza, sia in casa sia sul lavoro. I dati sono chiari -sottolinea -. Per questo abbiamo ritenuto necessario riprenderci lo spazio pubblico e tornare in strada con azioni performative durante il percorso”. All’inizio del corteo, al grido “tremate tremate, le streghe sono tornate”, è partita una performance di teatro danza poi, in via Cavour, le manifestanti hanno agitato mazzi di chiavi per ricordare che la maggior parte dei femminicidi e delle violenze avvengono all’interno delle mura domestiche. E ancora, partecipanti a terra facendo un minuto di silenzio per le donne vittime di femminicidio, quindi un grido muto poi ‘esploso’ con un urlo di rabbia. “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce”, le parole urlate in coro in piazza. “Rilanciamo il tema della lotta femminista e transfemminista in un momento in cui l’attacco si fa molto pesante – ha sottolineato Serena – , anche per le politiche del Governo che parla molto ma non fa. Penso al piano antiviolenza fermo e non ancora rinnovato, o al blocco del Ddl Zan”. “In 100.000 al corteo di Non una di meno a Roma oggi. Per eliminare la violenza degli uomini sulle donne c’è bisogno di educare al rispetto, alla valorizzazione delle differenze, combattendo gli stereotipi di genere”. Così Valentina Cuppi, Presidente dell’Assemblea Pd. “Noi ci vogliamo vive, ci vogliamo unite, ci vogliamo libere dall’asimmetria di genere, dal maschilismo, dalla violenza che ogni giorno miete vittime nella nostra società. E per esserlo dobbiamo tutte e tutti tenere a mente che ogni giorno è 25 novembre. Non una di meno”, ha concluso


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