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Cdm, via libera alla direttiva sul copyright. Lorusso: «Ora valorizzare lavoro giornalistico e lotta al precariato»

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Il recepimento delle norme europee è «una buona notizia per tutto il settore dell’editoria», commenta il segretario generale Fnsi, che torna a chiedere al governo di convocare le parti sociali per affrontare le numerose criticità irrisolte. «L’auspicio – incalza – è che adesso possa partire una stagione di confronto».

«Il recepimento della direttiva europea sul copyright è una buona notizia per tutto il settore dell’editoria. Viene infatti introdotto il principio, che ha rappresentato il punto centrale della battaglia del sindacato dei giornalisti sia a livello europeo sia a livello nazionale, che chi utilizza i contenuti frutto degli investimenti delle imprese e del lavoro dei giornalisti non potrà più farlo senza alcun corrispettivo, ma dovrà riconoscere una giusta remunerazione. Va dato atto al sottosegretario con delega all’editoria, Giuseppe Moles, di aver messo a punto un impianto normativo che potrà garantire di più e meglio il lavoro dei giornalisti, dando agli editori certezze sulle entrate». Così Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, commenta il via libera del Consiglio dei ministri al decreto legislativo di recepimento della Direttiva europea sul diritto d’autore.

«L’auspicio – prosegue – è che, adesso, possa partire una stagione di confronto che abbia al centro la valorizzazione del lavoro giornalistico e la lotta al precariato. Nelle misure di sostegno e negli interventi di carattere finanziario a sostegno del settore già varati, così come fra quelli inseriti nello schema della prossima legge di stabilità, il lavoro giornalistico è il grande assente. Continuare a stanziare risorse per il settore consentendo alle imprese di prescindere dalla tutela del lavoro e di continuare ad allargare l’area del precariato e dello sfruttamento è inaccettabile perché si condanna una generazione di giornalisti a non avere un futuro».

Per questo, conclude Lorusso, «resta ferma la richiesta al governo di convocare le parti sociali a un tavolo permanente per l’editoria per affrontare le numerose criticità irrisolte, a partire dalla definizione dell’equo compenso per i giornalisti».

Il via libera definitivo al decreto legislativo viene accolto con «grande soddisfazione» dal sottosegretario Moles. «Abbiamo affermato un principio sacrosanto: le imprese editoriali – fa notare – devono ricevere un equo compenso per gli articoli di carattere giornalistico caricati sul web; questa è la grande novità del recepimento dell’articolo 15 di mia competenza, ma poi convintamente condiviso da tutti e cioè che il diritto connesso degli editori ad un equo compenso è oggi previsto e normato. Il lavoro svolto è a mio avviso giusto ed equilibrato, addirittura forse un unicum in Europa, ed è stato il frutto di grande condivisione e partecipazione innanzitutto con il ministro Franceschini e con gli altri dicasteri a vario titolo coinvolti. Con questo recepimento abbiamo posto le basi per un nuovo inizio».

Per il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, si tratta di «un risultato importante per la tutela degli investimenti delle aziende editoriali anche nell’ecosistema digitale e per il riequilibrio nella distribuzione del valore del prodotto, senza pregiudicare la libera espressione degli utenti della Rete». L’auspicio, aggiunge Riffeser, «è che si apra ora una fase di confronto costruttivo tra tutte le parti coinvolte, nella comune condivisione di una riforma necessaria al riequilibrio dell’intero sistema digitale».

@fnsisocial


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