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Articolo 21 audita dalla Commissione del Senato Lavori Pubblici, Comunicazioni sulla riforma della governance della Rai

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Nei giorni scorsi Articolo 21 è stata convocata dalla Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni del Senato nell’ambito delle audizioni sui disegni di legge di riforma della governance della Rai. Vincenzo Vita e Renato Parascandolo hanno esposto ai commissari le proposte e le valutazioni che Articolo 21 ha maturato negli anni confrontandosi con i vertici aziendali, la Commissione parlamentare di vigilanza, l’EBU, le organizzazioni sindacali e, prima di tutto, con i movimenti che hanno difeso le ragioni del servizio pubblico e svolto un prezioso compito di elaborazione legislativa con l’intento di assicurare alla Rai l’indipendenza dal governo e dai partiti.

Nel ribadire l’anacronismo della legge Gasparri del 2004 e le palesi incostituzionalità della riforma del 2015 voluta da Renzi che attribuisce pieni poteri a un AD nominato dall’esecutivo, Vincenzo Vita ha riaffermato la necessità di creare un’intercapedine istituzionale tra i partiti e l’azienda che possa garantirle una solida autonomia: un’esigenza, peraltro, già ritenuta impellente nel disegno di legge 1138 del 1996. Questa “cintura sanitaria” può essere di varia natura (Fondazione, Sistema duale, Consiglio di sorveglianza, ecc.): ciò che conta è lo spessore dell’intercapedine con i partiti e la capacità di assicurare alla Rai le risorse necessarie senza doverle negoziare, di anno in anno, con il Governo di turno.

La questione della governance istituzionale non esaurisce tuttavia il tema della riforma della Rai perché – ha sottolineato Renato Parascandolo – senza una contestuale riforma della “corporate governance”, cioè del modello ideativo-produttivo-distributivo dell’azienda il servizio pubblico non sarebbe in condizione di competere con le altre media company né di modernizzarsi. Oltretutto, l’attuale modello organizzativo verticale, composto di singoli edifici monomediali (radio, Tv, web, televideo, ecc.) – che sembra finalmente giunto al capolinea – è stato, per oltre quarant’anni, il “brodo di coltura” della lottizzazione a causa di reti e testate, radiofoniche e televisive in competizione tra loro e oggetto di rigide spartizioni imposte da partiti, cordate e gruppi di pressione.

Partendo da queste considerazioni e ricordando la lettera aperta inviata da Articolo 21 al CdA il 20 ottobre scorso proprio per sollecitare la riforma del modello organizzativo, Parascandolo ha espresso un parere decisamente positivo nei riguardi del modello “per generi” proposto dall’AD Fuortes salvo verificarne l’attuazione, con particolare riguardo alla direzione di genere “Approfondimenti”, la più delicata perché chiamata al rispetto rigoroso del pluralismo e dell’autonomia professionale dei giornalisti. In ogni caso, questa riforma apre la strada alla multimedialità, restituisce spazio alla creatività, allo sviluppo di nuovi linguaggi e nuovi format oltre a richiamare dirigenti e giornalisti a un rinnovato senso di responsabilità, ora che saranno affrancati dalla costrizione a rappresentare una parte politica.

Nel sottolineare l’indifferibilità della riforma della governance Vita ha manifestato un fondato scetticismo riguardo alla reale volontà dei partiti di approdare all’approvazione della legge entro questa legislatura.


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