Il rifiuto del Consiglio Comunale di Anzio di concedere la cittadinanza onoraria ad Adele Di Consiglio, sopravvissuta alla barbarie nazifascista che ha annientato la sua famiglia, non può lasciarci indifferenti. Era solo una bambina quando è dovuta scappare dai rastrellamenti per rifugiarsi a Roma dove il suo papà fu catturato e deportato. Aveva 12 anni ed ha aspettato tutta la vita il suo ritorno. David Di Consiglio matricola 18007, fu deportato da Fossoli ad Auscwitz il 5 aprile 1944, per morire in luogo ignoto. Stessa sorte per suo zio Cesare deportato a Dachau e per lo zio Leone fucilato mentre tentava la fuga. Alle fosse Ardeatine invece è sepolto suo nonno materno Dattilo ed un intera generazione dei Di Consiglio il più piccolo aveva 14 anni. Adele Di Consiglio oggi ha 86 anni e sono in molti a chiedere oggi che le venga riconosciuta la benemerenza, negata durante un consiglio comunale. Un rifiuto che ha il sapore della sconfitta, specie se si pensa a quella frase “non ci interessa” che rievoca il più triste motto fascista ‘Me ne frego’ e alla soddisfazione degli esponenti di Forza Nuova presenti in aula quel giorno. Ora Adele Di Consiglio non sarà più sola, né dimenticata e la battaglia per farle ottenere la cittadinanza onoraria continuerà in una città che, pur insignita della medaglia al Merito Civile si porta purtroppo dietro ancora oggi tristi retaggi del passato.