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The Eyes of Tammy Faye, di Michel Showalter

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The Eyes of Tammy Faye, di Michel Showalter, è il film di apertura della “Selezione ufficiale” della XVI Festa del Cinema di Roma, in programma dal 14 al 24 ottobre presso l’Auditorium Parco della Musica e in altri luoghi della capitale. L’evento prevede, anche quest’anno, una serie di “incontri ravvicinati” con autori, attori e protagonisti della cultura italiana ed internazionale, oltre alle sezioni: “Retrospettiva”, “Omaggi e Restauri”, “I Film della nostra vita”, “Riflessi”. Interessante anche la sezione “Duel”, in cui due personalità del mondo del cinema, della cultura e dello spettacolo, metteranno a confronto le loro opinioni rispetto ai diversi temi legati al cinema e alle sue storie.

Ma torniamo al film di apertura. The Eyes of Tammy Faye è un film biografico; narra la storia di due telepredicatori evangelisti statunitensi che ebbero tanto successo sul finire degli anni ’60 e che caddero in disgrazia sul finire degli anni ’80.

Tammy Faye (interpretata da Jessica Chastain), unitamente al marito Jim Bakker (interpretato da Andrew Garfield), dettero vita in quegli anni ad uno show evangelico Tv di enorme successo in diversi Paesi, con 20 milioni di telespettatori/finanziatori, dando vita alla più nota rete televisiva di trasmissioni religiose al mondo: The PTL Club.

Un mondo questo fatto di ambizioni e operosità, che porterà ben presto i due a monetizzare la fede, quale nuova tendenza di predicazione attraverso il mezzo televisivo, con il definitivo abbandono dell’impegno della povertà personale evangelica al servizio di Cristo.

Ma all’apice del loro successo e popolarità – con una stampa avversa che aveva ben presto preso di mira la coppia ipotizzando una serie di irregolarità finanziarie che avevano consentito loro di raggiungere la ricchezza – ecco che l’accusa rivolta a Jim di aver avuto una relazione con una donna che sosteneva di essere stata stuprata dal predicatore porterà al definitivo crollo del loro impero ed ad una sua severa condanna al carcere.

Tra i meriti storici della Faye, l’aver intervistato un pastore evangelico gay, malato di AIDS, Steve Peters, in un momento in cui l’omosessualità veniva considerata come una punizione divina, prima che si scoprisse che la malattia non era una esclusiva di alcune fasce della popolazione.

A questo riguardo, Jessica Chastain ha dichiarato: “Questo è il motivo principale per cui volevo fare il film. Perché in un’epoca in cui la gente aveva paura dell’AIDS, c’era questa televangelista che era anche un ministro del culto a  tutti gli effetti. L’intervista fu fenomenale. Bellissima e dolce. Ed è un importante punto di svolta riguardo a ciò che la gente poteva associare alla grazia di Dio, perché penso che lei fosse piena di grazia”.

Molto convincente l’interpretazione della Faye da parte di Jessica Chastain.

Un’ultima considerazione con riguardo al programma della Festa del Cinema. Un po’ scarno, a nostro avviso, certamente inferiore alle ambizioni, dopo un anno di stop forzato a causa della pandemia da Covid 19. Si ha quasi la sensazione che i grandi produttori e registi abbiano voluto un po’ snobbare la manifestazione. Ricchissimo, comunque, il parterre degli ospiti: da Quentin Tarantino a Tim Burton


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