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Squadrismo veleno del populismo

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Tante domande e tante risposte diverse sull’impensabile assalto alla Cgil. Giorgia Meloni se la prende con i «soliti quattro imbecilli». La presidente di Fratelli d’Italia condanna «violenza e squadrismo» ma non sa quale sia la «matrice» di quell’assalto: «Sarà fascista, non sarà fascista».

Matteo Salvini è «molto preoccupato». Il segretario della Lega chiede: «Non siamo riusciti a fermare cinque disadattati che hanno assaltato la sede della Cgil, cosa accadrà» quando si riunirà il G20 a Roma?

Ma se la destra non parla delle radici fasciste dell’azione squadristica, il centro-sinistra lo fa. Enrico Letta non ha dubbi: «Questo è squadrismo fascista». Il segretario del Pd va oltre e chiede lo «scioglimento» di Forza Nuova, il gruppo di estrema destra che il 9 ottobre ha devastato la direzione nazionale della Cgil assieme a una folla di No Green pass e di No vax. Ha scandito: Forza Nuova «è fuori legge».

Draghi è andato nella sede della Cgil, ha abbracciato il segretario della confederazione Landini, ha espresso la sua solidarietà per la scorreria squadristica subita. Ha respinto «qualsiasi intimidazione» perché «i sindacati sono un presidio fondamentale di democrazia». Ha annunciato: sullo scioglimento di Forza Nuova «noi stiamo riflettendo».

Landini vuole lo scioglimento di tutte le forze d’ispirazione neofascista. «Mai più fascismi» è lo slogan gridato nella manifestazione di Cgil-Cisl-Uil del 16 ottobre. Ci sono anche centro-sinistra e cinquestelle a piazza San Giovanni a Roma. «Siamo oltre 200.000» dicono i sindacati. Il segretario della Cgil parla di «una manifestazione per la democrazia, quindi di tutti». Il centro-destra, però, non c’è a piazza San Giovanni. Alla Camera e al Senato si profila il braccio di ferro: il centro-sinistra per lo scioglimento di Forza Nuova, il centro-destra per «sciogliere ogni organizzazione sovversiva, a prescindere dal suo colore».

Ma forse c’è qualcosa in più oltre allo squadrismo d’ispirazione fascista. C’è da fare i conti con i frutti avvelenati del populismo. Beppe Grillo per anni si è detto orgoglioso del suo populismo declinato nelle molteplici predicazioni e manifestazioni No Vax, No Tav, No Tap, No Euro, No Ue, No Elite. Il M5S nacque su un antagonismo politico rosso-nero.

La Lega di Matteo Salvini si è mossa per anni su un analogo binario populista e sovranista anti Unione europea. Sulle proteste populiste i cinquestelle e i leghisti hanno costruito le loro fortune elettorali: nel 2018 hanno vinto alle politiche dando vita al Conte uno, il primo governo populista nell’Europa occidentale. Una volta al governo, però, hanno cominciato a rettificare il tiro facendo retromarcia su quasi tutto fino a partecipare all’esecutivo di grande coalizione diretto dal tecnico Mario Draghi, il presidente del Consiglio “convintamente” europeista, atlantista e riformista.

Il contraccolpo dell’abbandono di gran parte delle battaglie populiste ha generato una grande delusione nei rispettivi elettorati antagonisti, anti Sistema. Di qui le sconfitte elettorali, le perdite di voti.

Molte frange protestatarie non si sono date per vinte, si sono organizzate anche autonomamente. Molte proteste pacifiche contro il Green pass obbligatorio per andare a lavorare (come quelle del 15 ottobre, in particolare dei portuali di Trieste) sono andate bene ma non hanno bloccato le attività produttive. Il 9 ottobre, invece, gruppi di No green pass e di No vax, assieme ad esponenti di Forza Nuova, hanno attuato l’assalto alla Cgil. I dirigenti di Forza Nuova Fiore e Castellino sono arrestati.

Il populismo, fondato sul rapporto carismatico tra leader e masse popolari senza mediazioni politiche, è un fenomeno antico. Nel 1919 il fascismo era un movimento populista e rivoluzionario, una miscela esplosiva di elementi di destra e di sinistra. Poi arrivò la dittatura di Benito Mussolini. Il populismo negli ultimi decenni ha ripreso fiato in Italia, in Europa, negli Stati Uniti. La Lega populista e antifascista di Umberto Bossi tra la fine degli ‘Ottanta e l’inizio degli anni ‘Novanta tentò la spallata secessionista dell’Italia del nord, poi ripiegò sul federalismo entrando nei governi Berlusconi.

I sostenitori estremisti di Donald Trump lo scorso 6 gennaio, bastoni alla mano, sono arrivati perfino ad assalire il Congresso americano per cercare d’impedire l’insediamento di Joe Biden a nuovo presidente. Un vero tentativo di colpo di Stato. Il violento attacco al Parlamento statunitense provocò anche dei morti e diversi feriti. Fecero breccia tra molti estremisti le sfuriate di Trump contro “le elezioni rubate” da Biden e dai democratici. È incredibile assalto alla Cgil a Roma, è incredibile come quello al Congresso a Washington.


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