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Mille e una notte versione sci-fi. ‘Dune’ di Denis Villeneuve

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Negli ultimi anni stiamo assistendo a una massiccia “operazione nostalgia” che ripropone opere di culto trasformandole in materiale commerciale dal quale ricavare opere derivate, prequel, sequel e spin off.
Molte grandi produzioni cinematografiche anziché proporre film autoconclusivi si lanciano sempre più spesso in opere seriali in grado di moltiplicare gli incassi, pertanto difficilmente le vedremo rischiare per investire in un prodotto potenzialmente non adatto al palato dei più, prediligendo quindi l’ovvietà allo straniamento e i profitti all’espressione artistica.

Questo generalmente evoca la mia apprensione quando viene proposta l’ennesima saga al botteghino; l’apprensione in questo caso era acuita sia dalla mia gratitudine a Frank Herbert per aver enormemente contribuito al genere fantascientifico creando un’opera dalla quale moltissimi hanno attinto per le loro storie (George Lukas con Star Wars ovviamente, ma vi assicuro che moltissimi elementi sono stati ripresi in altrettante opere sia cinematografiche sia televisive passando dai fumetti ai libri, ai giochi) che dalla mia ammirazione per la regia di Villeneuve, reduce dai due capolavori del genere sci-fi che sono Arrival e Blade Runner 2049; anche il remake del cult-movie di Ridley Scott mi aveva suscitato delle ansie risultate poi infondate. Nel sedermi in sala quindi sapevo che se esiste qualcuno in grado di prendere in mano un’opera di tale portata come quella scritta da Herbert – e con la quale persino Jodorowsky e Lynch hanno avuto la peggio – e darle il giusto lustro, si tratta senza dubbio di Denis Villeneuve.

La scelta del cast è sicuramente azzeccata, ma la differenza la fanno le musiche di Hans Zimmer e la splendida fotografia di Greig Fraser. La scelta dei tempi, i momenti di silenzio assoluto che risaltano in contrasto con la musica di Zimmer rendono Dune un lavoro veramente apprezzabile, ben oltre la piatta mediocrità alla quale assistiamo di continuo. Per arrivare a comprendere la qualità della pellicola è necessario fare un passo indietro e considerare l’opera dal quale deriva.
La saga di Herbert è capostipite del genere della fantascienza epica, sfogliando le pagine del libro, trapela un’ambientazione fortemente influenzata dall’immaginario mediorientale, più simile ad un racconto delle mille e una notte intriso di misticismo e magia che a un racconto fantascientifico dove la tecnologia domina la scena; le fredde macchinazioni politiche si contrappongono alla necessità di una presa di coscienza di stampo ecologista – si consideri che il libro è stato pubblicato nel 1966 – e che a tutti gli effetti parla di un impero che conquista militarmente un territorio desertico al fine di ricavarne un particolare combustibile. Compreso il sentimento di fondo del libro di origine, il film riesce a rendere l’epicità del racconto senza disdegnare i momenti più intimi dei personaggi e la sensazione di solitudine che attanaglia ciascuno di loro.

Una delle qualità principali dei film di Villeneuve sta come già anticipato nella gestione equilibrata dei tempi: ripudiando la frenesia appiattente di certi film di azione, disdegnando l’ammiccamento alla telecamera da parte degli attori nato nel recente filone superoistico (un modo di dire: non ci prendiamo sul serio nemmeno noi), sceglie invece di soffermarsi dilatando i tempi per rendere l’effetto straniante dato da un’atmosfera esotica e cupa, per poi far proseguire l’azione con naturalezza. L’unico neo è probabilmente dato dalle scene di azione vere proprie, dove i tempi serrati e la massiccia presenza di computer grafica non restituiscono la giusta emozione alle scene.
Sebbene il titolo del lungometraggio includa la dicitura “Part one” e la paura di un finale tronco mi accompagnasse sin dalla prima scena la pellicola riesce ad avere una sua unità narrativa e a raccontare in modo compiuto una storia e a trasmetterci emozioni forti: dall’amore-odio del protagonista (un azzeccatissimo Timothée Chalamet, per via della sua età decisamente più vicina a quella del protagonista della saga letteraria) per la madre e viceversa la fede cieca in contrasto con l’affetto per il figlio da parte di Lady Jessica (Rebecca Ferguson) al cinico attaccamento alla carne e al denaro del Barone Harkonnen (Stellan Skarsgård).
Un film con un sapore deciso che si concede di lasciare a casa gli spettatori meno interessati al genere e invece risulta un vero piacere per gli amanti del bel cinema. La visione in lingua originale è d’obbligo per godere al meglio del cast d’eccezione.

Titolo del originale: Dune: Part One

Data di uscita:16 settembre 2021

Genere: Avventura, Drammatico, Fantascienza

Anno: 2021

Regia: Denis Villeneuve

Attori: Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Dave Bautista, Stellan Skarsgård, Charlotte Rampling, Oscar Isaac, Jason Momoa, Zendaya, Josh Brolin, Javier Bardem, David Dastmalchian, Chang Chen

Paese: USA

Durata: 155 min.

Distribuzione: Warner Bros. Pictures

Sceneggiatura: Eric Roth, Denis Villeneuve, Jon Spaihts

Fotografia: Greig Fraser

Montaggio: Joe Walker

Musiche: Hans Zimmer

Produzione: Legendary Entertainment

Mille e una notte versione sci-fi. ‘Dune’ di Denis Villeneuve


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