L’Associazione di promozione sociale Cittadinanza e Minoranze denuncia che a distanza di 13 giorni dallo “sgombero” del “Villaggio della Solidarietà”, alias “campo nomadi”, de La Barbuta in via di Ciampino 63, eseguito in esecuzione di un’Ordinanza Sindacale del Comune di Roma il 23 settembre scorso, buona parte degli <ultimi 50 nomadi mandati via> (Il Messaggero del 14 settembre pg. 47) o vaga per la Città senza alcun riparo o è stata costretta, per mancanza di alternative, ad accettare il cosiddetti co-housing anche con estranei in incredibili condizioni di sovraffollamento, dentro appartamentini in pessime condizioni di abitabilità.
Dei venti nuclei familiari che secondo quanto è stato possibile rilevare erano presenti all’atto dello sgombero ne sono stati raggiunti e intervistati 13, di cui:
- 1 sola, composta da 1 diciottenne, 3 sorelle ed1 fratello minorenni, , trasferiti in una casa famiglia essendo senza genitori, si dichiara soddisfatta,
- 1, composta da madre e un figlio adulto disabile, è rimasta sinora nel Modulo 4 del Campo in quanto l’appartamento assegnatogli il 28 settembre è privo di corrente elettrica,
- 2, messi in strada, hanno trovato ospitalità da parenti (una a Roma ed una fuori),
- 2, per 1 totale di 8 persone sono assegnatarie in co-hausing di uno stesso appartamento di 80 mq, fatiscente, nel quale è rimasta una sola persona; le altre sia per le pessime condizioni dell’abitazione, sia per le ripetute pesanti minacce ricevute ad opera dei vicini, lo hanno abbandonato unendosi alle famiglie in strada,
- 2, per complessive 6 persone di cui 2 minori in co-housing in un appartamento di 45mq con una sola stanza da letto
- 1 per complessive 5 persone di cui 1 minore in un appartamento di 45 mq con una sola stanza da letto,
- 4 per complessive 8 persone vivono in strada dormendo in auto e furgone, lavandosi come e quando possono (cui si aggiungono i due nuclei che hanno lasciato l’appartamento)
Stamane a primissima ora una famiglia di quelle che vivono in strada si è rifugiata in un edificio che da anni appare vuoto e non utilizzato, facente parte del complesso della Casa Generalizia delle Suore Compassioniste Serve di Maria, in Via Appia Nuova 1011, ma le suore non la hanno accolte ma rimandate in strada, ignare o dimentiche che papa Francesco, nel suo ultimo viaggio all’estero, rivolgendosi ad un gruppo di Rom ha detto; <la Chiesa è la vostra casa>.
Cittadinanza e Minoranze dichiara con cognizione di causa che la responsabilità della situazione conseguente allo sgombero è senza dubbio attribuibile al decisore politico ma che nemmeno il livello tecnico-amministrativo ne è esente, essendosi dimostrato inadeguato ad affrontare l’impegnativo compito di attivare complessi e differenziati percorsi di inclusione sociale che necessariamente devono passare per il raggiungimento di un livello di autonomia economica e di emancipazione.
Alla prossima Amministrazione Comunale toccherà di puntare al superamento degli altri “campi nomadi” esistenti non attraverso il loro svuotamento purchessia, ma come effetto collaterale dell’avvenuto accesso nell’area dei diritti di cittadinanza anche delle minoranze etniche sinora disconosciute.
Cittadinanza e Minoranze.