“Qui lo Stato ha vinto”. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha inaugurato il nuovo corso di un bene confiscato alla mafia, in un comune quello di Carmiano (Le), sciolto per infiltrazioni mafiose a dicembre del 2019. In un paese blindatissimo già dalle prime ore del pomeriggio, la ministra Lamorgese ha portato fisicamente lo Stato e la sua azione a tutela della legalità in un territorio flagellato dall’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto politico ed economico produttivo.
L’immobile è stato dato in affidamento alle associazioni aggiudicatarie del bando pubblicato nei mesi scorsi, la Lega Italiana Lotta Tumori e Avis Lecce per la nascita della Casa della Salute.
La casa in questione, ha rappresentato uno dei jolly dell’inchiesta propedeutica al commissariamento del Comune di Carmiano.
Un locale riconducibile a Lucio Riotti, 55enne già condannato per associazione mafiosa, il cui nome compare nell’operazione Clean Game con cui, nel 2016 la finanza di Lecce mise le mani sui “signori delle macchinette”, i De Lorenzis di Racale e sui loro presunti fiancheggiatori, e ancora, nell’operazione Twilight dei carabinieri del nucleo investigativo di Lecce relativa a un grosso giro di usura.
Del 2013 il decreto di sequestro e confisca del tribunale penale di Lecce, definitivo in Cassazione nel 2015. L’agenzia nazionale per la destinazione dei beni confiscati alla mafia aprì le procedure per la manifestazione di interesse. Arrivata proprio dal Comune di Carmiano (all’epoca guidato da Giancarlo Mazzotta, poi commissariato nel 2019), con delibera di giunta nell’aprile 2016.
Nelle intenzioni dell’amministrazione, l’utilizzo del bene come nuova sede della caserma dei carabinieri, per quanto evidente la non corrispondenza dell’immobile alle esigenze logistiche di una caserma militare, per assenza di autorimessa e per mancanza dei requisiti di difesa passiva. Infatti dal comando provinciale di Lecce arrivò il no.
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