Mentre l’Italia — a dire il vero una piccola ma rumorosa parte degli italiani — scende in piazza per protestare contro le presunte libertà negate e i diritti usurpati, a pochi chilometri da qui c’è un diritto internazionale messo fortemente in discussione, ovvero il diritto d’asilo, che tuttavia rischia di essere secondario rispetto a quello a cui si attenta quotidianamente senza che la maggior parte delle nostre coscienze ne risentano più di tanto, il diritto alla vita. Anche se non se ne parla più, perché hanno smesso di macinare consensi, uomini e donne e bambini continuano a lasciare le loro terre per cercare una speranza in Europa: è una speranza che ha costi altissimi e prospettive minime, ma è sempre meglio che niente per chi rischia ogni giorno di morire di fame o di cadere sotto il fuoco di chi lo perseguita. Si tenta la via del mare, che continua a inghiottire corpi, o quella di terra, la tristemente nota Rotta balcanica, una strada che la riconquista del potere da parte dei talebani in Afghanistan sta inevitabilmente ingrossando. Quello che accade negli ultimi 300 km di un viaggio infinito che può durare anche 10 mila km è roba da film dell’orrore: alle porte dell’Europa persone già fortemente provate da mesi, a volte anni, di cammino vengono selvaggiamente picchiate, torturate, derubate, private delle scarpe e più e più volte respinte quando tentano il così detto “Game”, ovvero quando provano a superare il confine.
Tutto ciò ci riguarda, non solo perché viviamo a un tiro di schioppo (è proprio il caso di dirlo!) da dove tutto questo si consuma, a due passi da dove andiamo in vacanza, ma in primo luogo come esseri umani. Per questo ne parleremo sabato 23 ottobre a Cervignano, nell’ambito di un convegno promosso dall’Azione Cattolica del Friuli Venezia Giulia, con Nello Scavo, giornalista di Avvenire, uno degli inviati che ha acceso per primo la luce sulle violazioni dei diritti umani lungo la Rotta, con Fawad E Raufi, rifugiato e scrittore, e con Giovanni Tonutti, di Oikos onlus, un’associazione fondata a Udine nel 2005 che sostiene progetti di cooperazione internazionale e promuove ponti di solidarietà e sviluppo, molto attiva nell’accoglienza di persone provenienti dalla Rotta balcanica. L’appuntamento è alle ore 15 nella sala parrocchiale adiacente al Duomo.