“The lost Leonardo” documentario del danese Andreas Koefoed ricostruisce la storia del ritrovamento del Salvator Mundi, attribuito a Leonardo, e degli intrighi di finanza e potere sorti intorno a questo quadro del 1500, di 66×46 centimetri. Ritrovato per caso, fu venduto nel 2005 a poco più di mille euro a Robert Simon e Alexander Parish, due cacciatori di “sleeper” (opere con errori di attribuzione) durante un’asta a New Orleans. I primi acquirenti tolsero il superficiale strato di pittura e rinvennero il volto del Cristo. A sostenere fermamente che Leonardo è autore del quadro, la restauratrice Dianne Dwyer Modestini, la quale afferma che “nessuno avrebbe potuto dipingere quest’opera tranne lui” .
Il Salvator Mundi tra il 2011 e il 2013 fu venduto da Yves Bouvier per 127 milioni di dollari al miliardario russo Dmitrij Rybolovlev, che in seguito lo accusò di averlo imbrogliato. “Per condurre la trattativa con il russo”, ricorda Bouvier, “invitai un mio amico che era un ex-giocatore di poker, perché i giocatori di poker sanno come leggere la mente degli avversari”. Doug Patteson, un ex-agente della Cia, spiega al regista: “La storia di Salvador Mundi e di com’è cresciuto di valore apre gli occhi sui traffici intorno al mondo dell’arte”. Nei fatti non erano pochi gli esperti che sostenevano il restauro fosse andato troppo lontano, dubbia l’attribuzione a Leonardo da Vinci, le tensioni in gioco non per amore del quadro ma per bramosia di denaro.
Si arriva così, attraverso passaggi poco chiari, con personaggi da ganster’s story, a un’asta a New York di Christie’s, nel novembre del 2017, dove per 450 milioni di dollari se lo aggiudica un principe saudita. Nel film si dice che l’acquirente misterioso sia il principe Mohammed Bin Salman che – nel periodo in cui arrestava i parenti e meditava una punizione per Jamal Khassoggi – si premurava di dare smalto al suo regno con qualcosa che gli avrebbe dato lustro a livello internazionale. Del “Salvator Mundi” paragonato alla Gioconda, era prevista un’esibizione al Louvre nel 2019, ma la mostra fu in seguito cancellata con l’intervento delle massime autorità francesi, incluso il presidente Emmanuel Macron. Le ragioni addotte sono le più svariate, comunque poco importa, il quadro non è stato esposto: é un falso dunque?
Dice il regista Andreas Koefoed: “La storia mette a nudo i meccanismi della psiche umana, il nostro slancio verso il divino, e le nostre società capitaliste in cui il denaro e il potere prevalgono sulla verità. Il dipinto diventa un prisma attraverso cui possiamo capire noi stessi e il mondo in cui viviamo. A oggi non ci sono prove definitive che il dipinto sia o non sia un da Vinci, e, finché c’è un dubbio, persone, istituzioni e Stati possono usarlo per i loro fini. (…) L’approccio scientifico e accademico al dipinto, che dovrebbe essere indipendente, è invece sottoposto a un’enorme pressione politica. Alla fine non si perde solo il quadro, ma anche la verità. Il dipinto, un prodotto del Rinascimento, che valorizzava la libertà della scienza e dell’arte, diventa vittima di interessi e giochi di potere”.
Cast and Crew
Sceneggiatura: Duska Zagorac, Andreas Dalsgaard, Christian Kirk Muff, Mark Monroe, Andreas Koefoed
Fotografia: Adam Jandrup
Montaggio: Nicolas Nørgaard Staffolani
Musica: Sveinung Nygaard
Suono: Per Nyström, Per Boström
Produttore: Christoph Jörg, Andreas Dalsgaard
Produzione: Pumpernickel Films, Elk Film
Co-produzione: Mantaray Film
Distribuzione internazionale: Mongrel Media
Cast: Dianne Modestini, Robert Simon, Alexander Parish, Warren Adelson, Yves Bouvier, Luke Syson