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Euro-populismi. La politica europea delle appartenenze madre di tutti i populismi

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Ad Alghero si sono incontrati gli “indipendentisti” catalani e sardi. La definizione più esatta sarebbe quella di separatisti, in quanto sia la Sardegna che la Catalogna non hanno mai avuto una indipendenza. La Catalogna è stata sempre un dominio spagnolo o francese, il “Regno di Sardegna” era una vera e propria “espressione geografica”, con capitale Torino. Agli indipendentisti siciliani la repubblica affibbiò invece l’epiteto di “separatisti”, ben sapendo che l’antico regno di Sicilia era millenario; per di più la più antica bandiera d’Europa ed il più antico parlamento sono quelli siciliani. Chi comanda in Sicilia ha da tempo preferito l’”appartenenza” al giovane stato italiano.

Il vero problema dei tanti ribellismi che scoppiano in Europa è l’Europa stessa. Anche nei paesi dominanti l’UE, Germania e Francia, sono emerse insoddisfazioni profonde, come i “Gilet Gialli” o lo strabiliante successo della destra di AfD, primo partito in Sassonia e Turingia. Gioco facile per i populisti/nazionalisti poter dare colpa anche agli stati componenti, che non difendono gli interessi del popolo. Ma sopra l’Europa c’è la finanza mondiale che stabilisce metodi e criteri che “governano” le politiche europee, dove non si riscontra quasi mai il buonsenso.

Come si diceva lo scorso millennio della Germania Occidentale, l’Europa è un gigante economico, un nano politico ed un verme militare. La penosa vicenda afgana è stata il risultato dell’ultima definizione precedente. Con il venir mano della copertura militare USA, l’Europa non avrà alcuna voce in capitolo nelle vicende internazionali, anche perché i governanti europei, nazionali e dell’Unione, hanno come ultimo interesse il bene dei loro governati. Anche a Bruxelles vige la strapotente logica delle appartenenze, barriera invalicabile per far giungere i benefici ai cittadini europei. Come controprova del distacco dai popoli europei, l’europarlamento ha istituito una bislacca assemblea di 800 cittadini europei, eletti a sorteggio, che daranno indirizzi con tre diversi panel. Nella migliore delle ipotesi finirà come con i referendum italiani: agli atti.


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