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4 anni dall’uccisione di Daphne Caruana Galizia. Continuiamo a chiedere verità e giustizia

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Il 16 ottobre 2021 saranno passati 4 anni da quando la Peugeot 108 di Daphne Caruana Galizia, imbottita di tritolo, si trasformò in una palla di fuoco. Quello su l’ultimo episodio, il tragico epilogo una lunga campagna di odio e demonizzazione contro Daphne e il suo lavoro d’inchiesta.

Sabato sarò a Malta, in rappresentanza dalla Federazione nazionale della Stampa Italiana (Fnsi).

Tutte e tutti noi che facciamo informazione non dobbiamo permettere che si spengano i riflettori sul lavoro che ha fatto Daphne. Lei se n’è andata, ma le sue inchieste “parlano ancora”. Perché il modo più concreto di dare solidarietà alla famiglia e agli amici della giornalista morta 4 anni fa con un’autobomba è accendere riflettori sui risvolti delle sue inchieste che portano in Italia. Daphne, seguendo i soldi, è arrivata a incrociare mafia e camorra. Per questo a 4 anni dalla sua morte a tutti noi spetta ancora di più il dovere di ripercorrere il suo lavoro.

La storia di Daphne, come quella di Ilaria Alpi e Mihran Hrovatin, di Giulio Regeni, di Italo Toni, Graziella De Palo, Andy Rocchelli, sono ferite aperte per tutti i cittadini europei.

Chiedere verità e giustizia per Daphne significa chiedere di vivere in un mondo più giusto, in cui i cittadini sono consapevoli delle storture del sistema e insieme con le forze democratiche cercano di rimediare, democraticamente.

IL PROGRAMMA

“Un incontro in piazza, a La Valletta, per discutere di come proteggere i giornalisti “dopo Daphne”; un’assemblea silenziosa con fiori e candele a Bidnija; la messa e infine la veglia “per la verità e la giustizia”, nel centro della Capitale. Sono le iniziative in programma a Malta per il quarto anniversario dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia, la giornalista fatta saltare in aria con un’autobomba il 16 ottobre 2017” si legge sul sito Fnsi.
A promuovere gli incontri sono il movimento per i diritti umani e la democrazia Repubblika, il gruppo maltese #occupyjustice e Manuel Delia, amico e collega della reporter investigativa di cui ha idealmente raccolto il testimone. L’invito degli organizzatori è ad unirsi a loro in uno o in tutti gli eventi promossi, il 13 e il 16 ottobre prossimi, «per ricordare al Paese che giustizia ancora non è stata fatta». Un appello cui hanno risposto anche la Federazione nazionale della Stampa italiana, e la Federazione europea dei giornalisti, rappresentata dal segretario generale Anthony Bellanger.
Sulla vicenda di Daphne Caruana Galizia sono stati da subito puntati i riflettori delle istituzioni europee e in onore della reporter il Parlamento europeo ha indetto lo scorso anno un premio giornalistico volto a valorizzare il ruolo essenziale che i giornalisti svolgono nel preservare la democrazia e ricordare ai cittadini europei l’importanza di una stampa libera.


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