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“Verità e giustizia per Italo Toni e Graziella De Palo”. Giulietti: “chiederò incontro al presidente Fico”

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41 anni senza conoscere il destino di Italo Toni e Graziella De Palo. Giornalisti italiani, cinquantenne sassoferratese lui, proveniente da una nota famiglia locale di artigiani del ferro e appena ventiquattrenne romana lei, scomparsi nel nulla di Beirut incendiata dalla guerra.

All’incontro pubblico organizzato domenica 5 settembre dall’amministrazione di Sassoferrato, anche un messaggio del Presidente della Camera Fico, che ha così voluto ricordare la vicenda di Italo Toni e Graziella De Palo. «Professione come vocazione, per questo importare il ricordo di Toni e De Palo. Nei loro confronti debito di riconoscenza, e per loro c’è bisogno di verità. La riapertura delle indagini possa dissipare la nubi sulla loro scomparsa. Impulso può venire dalle desecretazioni degli atti».

«41 anni di muro di gomma – ha detto il fratello di Italo Toni, Aldo, presente alla manifestazione – ma non solo questo fatto perché sin dalla strage di Portella della Ginestra ci sono segreti da chiarire. L’elenco è purtroppo lunghissimo, e per quanto riguarda il nostro l’unica certezza è che Italo e Graziella non torneranno mai più. L’auspicio è quello che la desecratazione di tanti fascicoli segreti possa fare luce piena».

Tra gli interventi quello di Libera e anche quello di Giuseppe Giulietti, presidente dell’FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), che ha sottolineato la necessità di perseverare nell’opera di “Desecretrazione degli atti perché non provarci sarebbe criminale”.

«Chiederò al presidente Fico un incontro per perseguire la verità – ha detto Giulietti – ed è un caso che è estremamente simile a quello dell’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Le parole del Presidente della Camera non sono di circostanza, ma possiamo agire per trovare la veritàCerchiamo di ripercorrere e ricostruire gli ultimi passi di questi grandi giornalisti uccisi o svaniti nel nulla. Non per commozione, ma per capire dove quei passi li stavano conducendo».


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