I grandi numeri da “zona gialla” in Sicilia sono stati motivati per i minori vaccini nell’isola. Nel mese di agosto in Sicilia, a fronte di una media nazionale prossima al 70%, si è raggiunto il 60% dei vaccinati. Il dato ufficiale di scarto è stato intorno al 7%, tra i vaccinati in Italia e in Sicilia. Ma se tale differenza fosse anche del 10%, questo numero non può bastare, da solo, per motivare l’enorme differenza di casi Covid riscontrati tra l’isola ed il resto del paese.
In agosto i casi giornalieri medi di contagiati in Italia sono stati 5.500, nella sola Sicilia la media è stata intorno ai 1.100 casi giornalieri. Riferiti alla popolazione, in Italia si sono avuti 10 casi ogni 10.000 abitanti, per la sola Sicilia abbiamo 25 casi su 10.000 abitanti. La differenza in più tra i due dati è di 15 abitanti, che riferito al dato nazionale di 10 rappresenta l’enorme incremento del 150% di casi in più in Sicilia. Mentre lo scarto dei dati della vaccinazione non raggiunge il 10%.
Non bisogna essere degli statistici per capire che, ad esempio, se in un paese il 10% ha i capelli rossi, e poi la quasi totalità dei bambini nasce con i capelli rossi vuol dire che qualcosa non quadra. In sostanza il dato di scarto del 10% tra le vaccinazioni non può determinare uno scarto dei casi quindici volte più grande: 150%. Qualcosa non quadra e diventa urgente capire cosa.
Se non si mappano con rigore i contagiati, non ne verremo mai a capo. Molte altre ipotesi per il boom di contagi in Sicilia: Una nuova variante? Vaccini scadenti o mal conservati? Comportamenti incongrui? Trovare le vere cause potrebbe fermare la possibile terza ondata, in tutta Italia.