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Riportiamo a galla il Ca’ Moro, il ristorante gestito da persone con disabilità a Livorno

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Una sera di fine estate, precisamente il 25 agosto, praticamente tutta la città di Livorno assisteva a uno spettacolo particolare, animato da artisti per lo più livornesi: il cantautore Enrico Nigiotti, i Gary Baldi Bros, Paolo Migone, Manuel Aspidi, Fry Moneti dei Modena City Ramblers, Bobo Rondelli. Nel frattempo, il capitano della nazionale, Giorgio Chiellini, donava la sua maglia, che sarebbe stata messa all’asta. Il motivo di tanta partecipazione, chiave fondamentale di questa storia, si chiama Ca’ Moro ed è un esperimento un po’ speciale. Come la serata organizzata a suo sostegno e come la città stessa.

Un po’ speciale perché il Ca’ Moro è in primo luogo un ristorante galleggiante e in secondo perché è gestito da persone con la sindrome di Down. A Livorno è da anni una realtà ormai facente parte dell’identità cittadina, specialmente da quando, nel 2017, lo chef Antonino Cannavacciuolo ha fatto visita al ristorante rendendo i suoi ragazzi delle star televisive, tanto da diventare protagonisti, tra gli altri, anche di un servizio de Le Iene.

Il Ca’ Moro è una delle iniziative della cooperativa del Parco del Mulino, nata dieci anni fa con l’intento di organizzare attività extra scolastiche per persone con disabilità, in modo tale da aiutarli nell’inserimento nella vita sociale, anche attraverso il lavoro.

L’esperimento del ristorante galleggiante ha avuto un calo, lo scorso anno, dovuto alla pandemia, ma proprio quando l’attività si stava riprendendo, quest’estate, la barca ha avuto un guasto ed è affondata. Ed è in quel momento che la partecipazione dei livornesi si è messa in moto. Dal vivo e online.

Sui social è subito partito un tam tam che ha visto coinvolti i vip locali, come il cantautore Nigiotti, ma soprattutto tanta gente comune che ha aderito numerosa alla campagna di crowdfunding organizzata dal Parco del Mulino.

La raccolta sulla piattaforma GoFundMe ha avuto oltre 1.300 condivisioni in due settimane, superando i 12.500 euro. Le donazioni sono arrivate e continuano ad arrivare da Livorno e non solo: “I miei amici non possono e non devono restare senza lavoro”, “Spero di rivedervi presto a lavorare e farci una spettacolare frittura di pesce/cacciucco”, si legge tra i numerosi messaggi.

L’entusiasmo e lo spirito toscano ha insomma contagiato tutti affinché il ristorante un po’ speciale possa tornare a galla. Perché, come scrivono dalla cooperativa sociale Parco del Mulino, “il Ca’Moro affonda, ma non il Progetto che lo ha reso vivo e vitale in tutti questi anni”.


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