Udienza lampo per Patrick Zaki, comparso in aula ammanettato nella gabbia degli imputati nel processo che lo vede imputato al tribunale di Mansura, in Egitto. L’udienza è durata pochi minuti e lo studente egiziano dell’Università di Bologna ha preso la parola lamentando di essere stato detenuto oltre il periodo legalmente ammesso per i reati minori di cui è accusato. Il processo è stato aggiornato al 28 settembre, fino a quella data Zaki resta in carcere. Hoda Nasrallah, la legale di Zaki, ha sostenuto la stessa tesi del suo assistito chiedendone il rilascio, dopo 19 mesi di detenzione. La legale ha chiesto almeno l’accesso al suo dossier per avere certezza che le accuse di istigazione al terrorismo siano effettivamente decadute. Patrick era vestito tutto di bianco con camicia, pantaloni larghi e scarpe da tennis. Sarebbero cadute le accuse più gravi di incitamento al “rovesciamento del regime” e al “crimine terroristico” che avrebbero comportato una pena fino a 25 anni di reclusione. Le sentenze del Tribunale per la sicurezza dello Stato davanti al quale comparirà il 30enne sono inappellabili.