Informazione, Fnsi: situazione politica poco felice. Unire la categoria per il futuro di tanti giovani e precari

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“La situazione politica non è felice, perché le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul pericolo delle minacce nei confronti dei cronisti e per la libertà di stampa, non hanno portato ad alcuno scatto nel Parlamento. Dopo l’intervento del Capo dello Stato,non è stato approvato l’equo compenso sul lavoro giornalistico,non sono stati avviati i tavoli di confronto con le partisociali e molte proposte per la categoria giacciono nei cassettidel Senato. Dobbiamo unire la categoria per dare un nuovo futuro al lavoro e a tanti giovani, iniziando dagli ultimi e dei precari”. Così il presidente della Federazione nazionale della stampa (Fnsi), Giuseppe Giulietti, intervenuto durante l’assemblea del Sindacato dei giornalisti del Trentino AltoAdige, a Bolzano. “Il Governo non può pensare di commissariare l’Inpgi e di non commissariare, allo stesso tempo, l’articolo 21 della Costituzione italiana”, ha precisato Giulietti. Nel corso del suo intervento, Giulietti ha ricordato la figura di Gianni Faustini, proponendo un premio in sua memoria legato alla deontologia giornalistica. “Ricordiamo le persone per ciò che hanno lasciato, affinché la loro memoria lasci dei frutti”, ha concluso Giulietti.
“”Esiste ormai un’omogeneità nell’emergenza lavorativa che sta vivendo il settore giornalistico in Italia. L’informazione è strategica per la tenuta delle istituzioni democratiche, come ricordato più volte dal presidente Mattarella, ma se esiste un’attenzione della più alta carica dello Stato alle criticità del nostro settore, non uguale attenzione si riscontra tra chi è chiamato a porvi rimedio. Siamo un settore in crisi strutturale da anni, siamo un settore di rilevanza costituzionale, ma tutto ciò pare che non interessi al Governo”. ha sottolineato il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso, nel corso del suo intervento. “Non siamo diversi da altri lavoratori, quindi ci aspetteremo la stessa attenzione rivolta ad altri settori ritenuti strategici per il Paese. Evidentemente si vuole colpire una categoria che viene identificata come in grado di incidere sull’opinione pubblica. Non c’è alcuna volontà di affrontare nodi cruciali come il contrasto al lavoro precario e alle liti temerarie, che rendono l’informazione meno autorevole e più ricattabile. Non si capisce che indebolire questa categoria significa indebolire la democrazia di questo Paese. Il governo deve dare risposte: non assisteremo inermi alla scomparsa del settore”, ha aggiunto Lorusso. Il segretario ha poi invitato la categoria a non rassegnarsi al declino, “iniziamo a essere protagonisti del nostro tempo”.


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