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Il Tribunale accoglie il ricorso dei lavoratori della Gkn. “Comportamento antisindacale”. E l’azienda revoca la procedura

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Ci dicono che abbiamo vinto il ricorso per condotta antisindacale. Vedremo le conseguenze pratiche. – scrivono in un post i lavoratori della Gkn- La palla ripassa ancora più pesante al Governo. Non osate far ripartire quelle lettere. Cambiate La legge subito. La mobilitazione continua perché non c’è salvezza fuori dalla mobilitazione. E perché ci sono trent’anni di attacchi al mondo del lavoro da cancellare. Stiamo imparando tante cose in questa lotta. Iniziamo anche a masticare qualcosa di finanza. E quindi, fossimo un azionista PLC Melrose inizieremmo a pensare che forse i nostri soldi non sono proprio in buone mani. Inizieremmo a diversificare il portafoglio. È una semplice opinione, sia chiaro. Noi non siamo azionisti del resto. Siamo gli operai Gkn. E questo è quanto. Noi non giochiamo in borsa. Facciamo semiassi. E insieme a tutti voi, noi #insorgiamo”. Qualche giorno fa, il 18 settembre, erano riusciti a richiamare circa 20.000 persone, forse anche di più, arrivate a Firenze da tutta Italia per sostenerli. Un lunghissimo corteo, come un fiume in piena, con i 422 operai in testa con lo striscione con l’hastag #insorgiamo. Zerocalcare aveva disegnato per loro il manifesto. Le speranze per incidere sulla mannaia dei licenziamenti erano riposte soprattutto nel giudice del lavoro del Tribunale di Firenze chiamato a decidere sul ricorso presentato dalla Fiom Cgil «per comportamento anti sindacale». E’ di questa mattina, lunedì 20 settembre, il Tribunale del Lavoro di Firenze ha accolto parzialmente il ricorso della FIOM “accertata l’antisindacalità delle condotte di GKN nel licenziare 422 dipendenti via email, ha imposto di revocare la lettera di apertura della procedura ex L.233/91 e di porre in essere le procedure di consultazione e confronto dell’articolo 9 parte prima Ccnl e dell’accordo aziendale del 9 luglio 2020 indicato in motivazione. GKN, inoltre, dovrà pubblicare il testo integrale del decreto su diversi quotidiani e pagare le spese di giudizio alla Fiom, che tramite gli avvocati Andrea Stramaccia e Franco Focareta, aveva promosso il ricorso”. A questo punto si potrebbero aprire nuovi scenari, gli unici capaci al momento di incidere perché potrebbe entrare in campo anche il decreto sulle delocalizzazioni (Todde-Orlando). In più anche il Consiglio regionale, in tempi brevi, potrebbe votare una proposta di legge ad hoc sulle delocalizzazioni. Tutto avrebbe un unico obiettivo: fare pressione sulla proprietà di GKN e quanto meno avere a disposizione più settimane per cercare un confronto, finora evitato. Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, come scrive Luigi Caroppo sul quotidiano La Nazione ci crede: «La legge sulle delocalizzazioni deve arrivare, e la deve approvare il Parlamento, prima che continui la procedura che ha messo in campo il gruppo Melrose. E’una legge fondamentale perché un caso Gkn può avvenire, altrimenti, in tanti altri casi». Secondo Giani «se la legge viene approvata prima che la procedura sia esecutiva, ci sono tante misure di deterrenza previste”. È di fine agosto il richiamo di Michele de Palma (Fiom): “l’Italia deve decidere se vuole restare un Paese industriale”. Il governo deve decidere se porre al centro della propria politica le persone e il diritto al lavoro dignitoso piuttosto che il profitto.

Tutto è iniziato in una calda giornata di luglio nella piana fiorentina, i 422 lavoratori dello stabilimento GKN Driveline di Campi Bisenzio che produce materiali (assi e semiassi) di alta qualità, sono in permesso collettivo con la motivazione di un piccolo calo di lavoro dovuto alla crisi in cui versa da tempo il settore automobilistico. Lo stabilimento è situato in una posizione strategica per il suo principale cliente, la Stellantis-FCA, una multinazionale di cui fanno parte Fiat Chrysler Automobiles e il francese PSA Group. E’ il 9 luglio quando la RSU riceve un’e-mail che annuncia la chiusura dello stabilimento: un fulmine a ciel sereno. Nel giro di pochi minuti i lavoratori accorrono in via fratelli Cervi, dove ha sede lo stabilimento, che viene occupato e aperta l’assemblea permanente per presidiare la fabbrica.

Quel venerdì 9 luglio, abbiamo realizzato che avevamo poche alternative se non cambiare tutto il mondo che avevamo attorno. Loro hanno calcolato tutto e se vogliamo vincere dobbiamo uscire dal loro calcolo”, ricorderà l’11 agosto, Dario Salvetti della RSU Fiom di GKN, davanti alle 3500 persone arrivate in Piazza della Signoria in occasione dell’Anniversario della Liberazione della città da parte dei partigiani. Salvetti si riferisce alle leggi che hanno sconvolto il mondo del lavoro negli ultimi 30 anni, i lavoratori di GKN non ci stanno ad essere tra le prime vittime dello sblocco dei licenziamenti. Quella stessa mattina, Matteo Moretti, delegato RSU, è chiamato a suonare la Martinella, la storica campana fiorentina che un tempo era la chiamata alle armi e che poi ha assunto il significato del suono della Liberazione della città dai nazifascisti, da parte dei partigiani della divisione Arno della Brigata Sinigaglia. E’ un gesto dal forte significato simbolico. Dall’11 agosto la bandiera della Brigata Sinigaglia è appesa davanti ai cancelli dello stabilimento e apre i cortei di protesta dei lavoratori della GKN perché anche la loro lotta nasce nel segno della Resistenza con il motto dei partigiani, #Insorgiamo! Per evitare che la fabbrica venga svuotata dai macchinari, nei giorni immediatamente successivi all’occupazione, il sindaco PD di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi, firma un’ordinanza che vieta l’avvicinamento di tir e camion alla GKN. Il Presidente della Regione, Eugenio Giani, ha chiamato il licenziamento un “atto di pirateria finanziaria”, minacciando di avviare una campagna internazionale contro Melrose. La Regione ha approvato una mozione richiedente la continuità produttiva dell’azienda. Niente però sembra sbloccarsi. I lavoratori non si arrendono. La GKN è sinonimo di manodopera altamente specializzata, possiede un know-how unico, che dà allo stabilimento e alla sua forza-lavoro, un notevole valore aggiunto. Secondo la RSU della GKN (che ha un forte potere contrattuale), non è tanto il costo del lavoro il motivo per cui l’azienda vuole chiudere Firenze. Esiste un costo notevole legato ai trasporti e Firenze, fino ad ora, aveva una sua posizione strategica per FIAT. Stellantis vuole probabilmente delocalizzare altrove la produzione chiudendo anche lo stabilimento di Pomigliano D’Arco. La sconfitta alla GKN, quindi, potrebbe voler dire aprire le porte a migliaia di licenziamenti. Alla coesione interna dei lavoratori, contribuisce anche la solidarietà di molti disposti a dar mano al presidio nella fabbrica, in molti si mobilitano dalle ARCI ai ristoratori che portano cibo, alla Protezione Civile, che installa una cucina da campo. E poi artisti, musicisti (anche Manu Chao è uno di loro) che accolgono i lavoratori sul palco per far sentire la loro voce. Una voce che diventa sempre più un richiamo alla consapevolezza e a ritrovare il senso della comunità. “Che le parole lascino il posto ai pensieri e che i pensieri diventino sguardi e che gli sguardi portino ad abbracci. Una comunità insorge. E la aspettiamo davanti alla GKN” scrivono i lavoratori, su social in occasione della manifestazione del 24 luglio. Arrivano in migliaia, gli organizzatori dicono 5000. Poi dopo 72 giorni di lotta, la grande manifestazione a Firenze del 13 settembre, si parla di ventimila persone, ma forse sono ancora di più e tornano a risuonare frasi come“lotta di classe”e “rabbia operaia” che ci riportano al passato ma che ritrovano un senso e a cui la politica dovrebbe dare una risposta concreta.


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