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Il Festival del giornalismo Leali delle Notizie dedicato a Cristina Visintini

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Il Festival del Giornalismo di Leali delle Notizie di Ronchi dei Legionari si conferma ancora una volta una delle manifestazioni più qualificate a carattere giornalistico-informativo e culturale capace di catalizzare l’opinione pubblica su argomenti di stringente attualità. Il corposo programma prevedeva 130 ospiti nazionali e internazionali, 43 incontri, 23 panel di discussione, 2 mostre, una masterclass, 2 letture sceniche e 14 presentazioni letterarie nell’arco di dieci giorni (anche in altre città del Friuli) e per cinque di questi a Ronchi dei Legionari dove sono intervenuti giornalisti di tutte le testate: a dimostrazione di come sia indispensabile dare voce a tutti gli orientamenti, senza distinzioni di sorta. Dedicato a Cristina Visintini scomparsa di recente, sul palco del palatenda si sono avvicendati Giancarlo Tartaglia già direttore della Federazione nazionale della stampa italiana e segretario generale della Fondazione sul Giornalismo “Paolo Murialdi”, Mariano Giustino giornalista e corrispondente di Radio Radicale, (in collegamento) Lucia Goracci inviata Rai e corrispondente della sede Rai di Instanbul, Dario Fabbri giornalista e analista, consigliere scientifico e coordinatore America di Limes, Peppe dell’Acqua psichiatra, Gennaro Sangiuliano direttore del Tg2 della Rai, Barbara Schiavulli direttrice di Radio Bullets e corrispondente di guerra, Sandro Ruotolo giornalista e senatore, Fabiana Pacella, giornalista e portavoce di Articolo21 della Puglia, Fabiana Martini giornalista e portavoce di Articolo21 Friuli Venezia Giulia, Luciana Borsatti giornalista e già corrispondente Ansa dal Cairo e da Teheran.

A siglare la settima edizione del Festival che gode dell’alto patrocinio del Parlamento Europeo e del Ministero della Cultura, oltre a quello del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, è intervenuto anche Giuseppe Giulietti presidente della Federazione nazionale della stampa per testimoniare l’affetto, la stima e la riconoscenza del lavoro svolto di Cristina Visintini, scomparsa di recente, vicepresidente di Leali delle Notizie, indimenticabile promotrice e instancabile attivista per la libertà di stampa e di pensiero. La sua assenza non poteva non essere notata e il tributo a lei assegnato durante il discorso di Giulietti ne è stata la prova.

Una commozione palpabile tra tutti i presenti e in particolare quella del padre Amerigo Visintini e del compagno di Cristina, Sergio Pisaniello. Le parole di Giulietti, semplici, dirette e mirate al lavoro prezioso, sensibile e appassionato di una collega che ha affiancato per tanti anni il presidente dell’associazione promotrice del Festival, Luca Perrino, hanno colto lo spirito che la animava , la cui sorte infausta è stata un duro colpo per tutta la città . Cristina creava con le sue mani le panchine della libertà di stampa e pensiero collocate a Ronchi dei Legionari, al ghetto di Roma, a Sant’Anna di Stazzema, simboli di un’ideale etico che verrà perseguito e il prossimo 23 ottobre si svolgerà un’iniziativa proprio a Ronchi in sua memoria dove le sarà dedicata una creata appositamente per lei.

La testimonianza del valore di questa iniziativa nasce dalla volontà di Luca Perrino e Cristina Visintini che da sette anni propone un festival del giornalismo capace di portare a Ronchi personalità della cultura e giornalisti che si distinguono per l’impegno etico nel militare nelle file di una professione rivolta a contrastare ogni forma di illegalità, discriminazione, e manifestazioni d’odio. Un giornalismo che si basa sull’accertamento della verità e delle notizie contrastando ogni forma di falsificazione e manipolazione. Per cinque giorni è stato un susseguirsi di incontri e dibattiti dove lo scambio delle idee è avvenuto tramite un confronto serrato tra i protagonisti accolti sul palco creato all’interno di una tensostruttura bianca: un’agorà vivace dove il pensiero intellettuale si è potuto manifestare in tutta la sua drammaticità per i contenuti stessi del programma. L’evento più importante che ha concluso sabato 11 settembre la settima edizione, è sicuramente la cerimonia di consegna del premio della quarta edizione del Premio Leali delle Notizie, in memoria di Daphne Caruana Galizia, assegnato a Paolo Berizzi giornalista di Repubblica, alla presenza di Corinne Vella sorella di Daphne Carauna Galizia. Berizzi segue da vent’anni come cronista l’evoluzione di attività e manifestazioni neofasciste, e a causa del suo impegno vive sotto scorta dal 2019, unico giornalista Europeo sotto scorta per le minacce e atti intimidatori ricevute. La consegna del premio (opera  realizzata dall’artista Fabio Rinaldi) è stata l’occasione per affrontare il tema della mafia ai tempi della pandemia e quali sono stati gli effetti che ne sono conseguiti a favore delle organizzazioni criminali.

Giuseppe Giulietti e Luca Perrino (crediti foto Barbara Trivani) 

Sono intervenuti (oltre a Paolo Berizzi e Sandro Ruotolo) Lirio Abbate giornalista, saggista e vicedirettore de L’Espresso, (uno dei 24 giornalisti scortati), Floriana Buffon giornalista di Repubblica e L’Espresso, Dina Lauricella di Rai 3 e Salvo Palazzolo di Repubblica. Il dibattito è stato moderato da Cristiano Degano presidente dell’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia. Al Festival si è parlato anche di giornalismo e precariato con Luciana Borsatti, Fabiana Martini, Fabiana Pacella, Barbara Schiavulli (in partenza per Kabul) e la moderazione del portavoce di Articolo21 Trentino Alto Adige, Roberto Rinaldi. Le relatrici del dibattito hanno potuto raccontare le loro esperienze personali e professionali segnate da una carriera che le ha viste sempre in condizioni di provvisorietà e retribuzioni non corrispondenti all’impegno profuso. Cosa impedisce una riforma e un’approvazione di una legge organica che sani la crisi del giornalismo in cui il lavoro precario è una componente mai sanata? La domanda non è scontata: esiste una legge organica già stata votata dal Parlamento nel 2012 sull’equo compenso per i giornalisti. Per essere applicata deve però essere presa in carico dalla Commissione Equo compenso e convocata dal sottosegretario all’editoria (ora è Moles nel governo di Mario Draghi) . La Federazione nazionale della stampa ha presentato una sua proposta nella quale si auspica di fissare un limite oltre al quale le singole collaborazioni individuali con un singolo editore non possono essere considerate lavoro autonomo. In questo caso il giornalista diventa un dipendente a tutti gli effetti. Diversamente da collaborazioni saltuarie. Ci sono precari retribuiti con pochi euro ad articoli che a volte pubblicano anche gratuitamente


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