Dopo la replica della pubblica accusa i giudici del Tribunale di Locri entreranno in camera di consiglio. Dovranno decidere se Mimmo Lucano è colpevole di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento d’immigrazione clandestina, abuso d’ufficio, truffa e concussione. Tutto questo per il programma d’accoglienza che l’ex sindaco di Riace aveva messo in piedi durante gli anni della sua consiliatura. Un’iniziativa, quella del Comune calabrese, che per anni ha avuto il plauso del Ministero dell’ Interno e della Prefettura di Reggio Calabria, nonché un’alta risonanza a livello mondiale per l’innovativo modello d’inclusione nelle politiche migratorie. La Procura di Locri lo ritiene colpevole ed ha chiesto 7 anni ed 11 mesi di reclusione, richiesta rigettata dagli avvocati difensori.
L’avvocato Giuliano Pisapia che difende Lucano con il collega Andrea Daqua ha chiesto per il suo assistito l’assoluzione per non aver commesso il fatto ed ha parlato di accanimento nei confronti dell’ex sindaco . “Non è un processo politico – ha sottolineato Pisapia – ma un certo accanimento nei confronti di Mimmo Lucano c’è stato. E’ un uomo che ha messo la propria vita a disposizione della società, rinunciando a candidature certe sia al Parlamento italiano che a quello europeo”. Per l’avvocato Pisapia se nell’esercizio delle sue funzioni Lucano ha superato quelli che erano i suoi poteri, lo ha fatto perché si trovava in una situazione d’emergenza, per lui era un dovere agire in quel modo, non per il potere, ma perché è la nostra Costituzione a richiederlo.
Inoltre i legali hanno contestato l’accusa di truffa e peculato perché Mimmo Lucano vive in condizioni di povertà in una casa umile, quindi non vi è stato alcun arricchimento economico o interesse personale. L’avvocato Daqua ha anche contestato la relazione prefettizia da cui è partita l’inchiesta. “Tutto questo mina la credibilità dei funzionari Sprar e delle loro relazioni – ha detto durante l’udienza – gli ispettori sono stati mandati a Riace con il solo obiettivo di colpire Lucano. Non c’è alcuna prova del reato d’associazione”.
Il verdetto è previsto per il 30 settembre . Mimmo Lucano dice di essere sereno e continua la sua campagna elettorale per le prossime regionali in Calabria come candidato del polo civico che ha indicato alla presidenza della regione Luigi De Magistris.