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Ghana, Zanzibar, Mozambico, Thailandia. La solidarietà online che parte dall’Italia non conosce confini

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Con l’arrivo della pandemia la solidarietà online ha giocato un ruolo determinante per dare aiuto a chi, soprattutto in questi mesi, ne ha avuto bisogno. GoFundMe si è dimostrata uno strumento utilissimo per supportare quanti si sono trovati in difficoltà a causa di problemi di salute o finanziari, senza contare quanto e come gli italiani si siano fatti trovare pronti quando si è trattato di raccogliere fondi per la costruzione o il miglioramento dei reparti ospedalieri.

Le iniziative solidali però non riguardano solo le problematiche di casa nostra. I paesi in via di sviluppo continuano a vivere tuttora situazioni drammatiche che la pandemia ha solamente accentuato. E l’Italia anche in questo caso ha risposto “presente”.

Francesca Micheli è la fondatrice di Sister Island, un’organizzazione no profit ufficialmente registrata a Zanzibar, nel villaggio di Nungwi, che gestisce un asilo per oltre ottanta bambini dai 3 ai 6 anni. “Abbiamo appena costruito una nuova struttura più grande – scrive Francesca – e ospitiamo gratuitamente i bambini di famiglie povere. Senza il nostro aiuto non potrebbero avere un’istruzione e vivere una vita felice, che ogni bambino dovrebbe avere. Ci occupiamo anche di sostenere la comunità locale”. “Stiamo raccogliendo fondi – prosegue – per sostenere la scuola materna, vogliamo continuare a regalare sorrisi e realizzare i propri sogni”: la raccolta è arrivata a 2.300 euro.

Invece nel 2013 Gianluca Pellegrinelli è stato in Ghana, ad Abor, nella missione “In My Father’House” creata da Padre Giuseppe Rabbiosi, “Padre Peppino” per gli italiani e “Padre Joe” per i ghanesi, che tuttora la gestisce. “Padre Peppino – scrive Gianluca – ospita più di cinquecento bambini e ragazzi, fornendo la formazione scolastica necessaria, fino ad insegnare loro un lavoro per diventare autonomi e costruirsi un futuro. Inoltre – aggiunge – supporta le popolazioni del territorio, portando aiuti di ogni genere e prelevando i bambini bisognosi di cure”. Forte dell’esperienza vissuta Gianluca ha deciso di chiedere un supporto economico nella costruzione di tre strutture multi funzione, con scuola, asilo e chiesa, in altrettanti villaggi: Mafi Dzave, Adanu e Kumipko. La sua campagna ha già raggiunto i duemila euro.

Parte invece dalla provincia di Padova il crowdfunding creato da Barbara Hofmann, fondatrice dell’associazione “Associazione en faveur de l’Enfance Mozambicaine”, per aiutare circa seimila persone in Mozambico. La campagna serve ad aumentare la produzione agricola in questo Paese che sta vivendo una grossa crisi legata al cibo. “Abbiamo urgente bisogno – dice Barbara – di una pompa solare e un pozzo d’acqua. Ti siamo grati – aggiunge – di essere parte della nostra sopravvivenza e sostenibilità”.

La solidarietà dei nostri connazionali non riguarda però solo l’Africa. Juergen (Gio) Lusuardi, fondatore di Take Care Kids Odv e Thailand Foundation ha lanciato una raccolta fondi da Bolzano. “Ho passato gli ultimi 20 anni della mia vita – scrive – ad aiutare, proteggere e cercare di dare una vita migliore a tantissimi bambini e mamme single in Thailandia e nel Sud Est Asiatico”. “Il progetto – precisa – consiste nell’acquistare un terreno di 1600 mq per poi costruirci la Casa Famiglia che ospiterà e metterà in sicurezza più di trenta tra bambini e ragazze madri”. Nata in Italia nel 2006, l’associazione si occupa di vittime di abusi gravi e opera nella città di Pattaya.

Francesca, Gianluca, Barbara e Gio sono solo alcuni esempi di come l’Italia sia sempre in prima linea per aiutare le popolazioni che vivono nelle zone meno fortunate del mondo. Per portare avanti le loro iniziative basta un clic: è il vantaggio del crowdfunding e un modo semplice per dare il proprio contributo a chi ha bisogno e si trova lontano.


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